Nella nostra cultura nella nostra storia, nella nostra tradizione i luoghi di culto sono inviolabili, sacri, appunto. Era così anche nel Medioevo, nei cosiddetti secoli bui, quando malandrini, perseguitati e avversi di ogni specie vi potevano trovare scampo, almeno provvisorio. Così è anche nella cultura islamica, che proibisce persino di entrare in una moschea con le scarpe, figurarci con un'arma per uccidere i fedeli in preghiera.
Naturalmente tutto ciò non conta per i terroristi islamici. Anzi, conta, perché maggiore è l'offesa, più grave è l'infrazione alle nostre regole millenarie, o al semplice vivere civile, migliore è il risultato per loro: al sangue si aggiunge il disprezzo, non soltanto per noi, ma addirittura per quel dio che molti di noi si azzardano a venerare da veri infedeli, che quindi è giusto uccidere con l'orgoglio di farlo. «Guardate», è la sfida, «il vostro dio fasullo non vi protegge neanche nella sua casa, mentre Allah è grande ecc.». Se dietro a tutto ciò non ci fosse il progetto del terrore, o un gruppo di idioti fanatici, verrebbe da fare dell'ironia su questa gara fra divinità. O dire, che evidentemente il ramadan dà alla testa, per assenza di cibo e calorie. Ma è difficile credere che della gente capace di passare con un furgone su gente inerme, e poi scendere per sgozzarla, sia un vero credente di qualsiasi fede.
Però feriscono eccome se feriscono queste altre scene di europei, cristiani, occidentali a braccia alzate. Non per strada, dove può sembrare persino normale in quella che è a tutti gli effetti un'azione di guerra, bensì addirittura in chiesa. Lì, i fedeli alzano leggermente le braccia, a mani giunte, per pregare. In certi riti festosi afroamericani, le braccia sono levate in segno di gioia, come un'allegra invocazione al cielo. Ieri, in una delle chiese più sacre alla cristianità e alla cultura occidentale - la chiesa di Nostra Signora, la madre dei cristiani le braccia erano ancora levate per motivi di sicurezza, ovvero per paura, per resa a eventi che non riusciamo a contrastare.
Sappiamo cosa vuole il nemico, condurre
l'Occidente all'esasperazione, alla guerra totale, da cui l'Isis e i suoi adepti sono sicuri di uscire vincitori, o almeno con un bel premio nel loro paradiso. Non occorre arrivare a tanto, ma abbassiamole, quelle mani.@GBGuerri
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