Cronache

La Cina è vicina per Papa Francesco?

In partenza per il Kazakistan, Bergoglio potrebbe incrociare Xi Jinping. E intanto ribadisce la sua intenzione di visitare Pechino

La Cina è vicina per Papa Francesco?

Papa Francesco e la Cina: un amore mai nascosto. “Mi piacerebbe andare a Pechino. Io amo la Cina, aveva detto Bergoglio sul volo di ritorno da Tokyo, confermando un'impressione piuttosto evidente durante il suo pontificato. Un intento ribadito oggi ai giornalisti accreditati che lo accompagnano nel suo 38esimo viaggio apostolico in Kazakistan. Un viaggio che potrebbe interessare in modo particolare il Dragone rosso, non solo perché i due Paesi confinano ma anche perché sono sempre più vicini nella politica internazionale.

Sareppe la prima volta per un Pontefice

E infatti Xi Jinping ha scelto proprio il Kazakistan per il primo viaggio ufficiale fuori dai confini cinesi dopo lo scoppio della pandemia. Il presidente cinese sarà a Nur-Sultan domani. Nelle stesse ore anche il Papa sarà nella capitale kazaka per partecipare al VII Congress of Leaders of World and traditional Religions. Una circostanza non sfuggita ai giornalisti che sul volo, ricevendo il saluto di Francesco, gli hanno chiesto se avrà modo di incontrare il leader comunista. "Di questo non so niente - ha risposto - ma sono sempre pronto ad andare in Cina". Una precisazione che rivela la determinazione con cui il Pontefice argentino, nonostante le condizioni di salute non ottimali e l'età che avanza, voglia realizzare il suo sogno di essere il primo vescovo di Roma ad atterrare a Pechino.

Fra un mese scadrà l'Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei vescovi che ha fatto molto scontenti nella Chiesa. Il Papa ha già detto che dal suo punto di vista l'accordo "va bene" e si è augurato che "a ottobre si possa rinnovare".

Sarà uno degli argomenti di discussione in un eventuale faccia a faccia con Xi Jinping? Intanto uno dei prelati più critici nei confronti dell'Accordo, il cardinale Joseph Zen, lunedì sarà chiamato a comparire in un'aula di tribunale ad Hong Kong per rispondere dell'accusa di "collusione con le forze straniere”, mossagli dalle autorità per un fondo a sostegno delle spese dei manifestanti pro-democrazia nell'ex colonia britannica.

Commenti