Clandestini denunciano scafisti, ma spariscono prima del processo

Sbarcati a Lampedusa lo scorso 7 giugno, alcuni stranieri hanno accusato i tre presunti scafisti, che sono finiti dietro le sbarre. Ora il processo rischia di saltare: i testimoni infatti sono riusciti a far perdere le proprie tracce in meno di un mese

Clandestini denunciano scafisti, ma spariscono prima del processo

Rischia di saltare il processo nei confronti dei tre cittadini stranieri di nazionalità tunisina, accusati di essere degli scafisti dagli stessi immigrati clandestini che avevano trasportato nel nostro Paese. A distanza di un mese dallo sbarco, infatti, tutti gli extracomunitari che li avevano denunciati sono spariti nel nulla e, di conseguenza, non potranno testimoniare.

Nessun incidente probatorio, dunque.

“I migranti si sono allontanati volontariamente dal centro di accoglienza di Lampedusa rendendosi irreperibili”, si legge in una nota della questura al tribunale di Agrigento, cone riportato da “AgrigentoNotizie”. Impossibile, quindi, procedere con la raccolta delle testimonianze necessarie per incastrare ed incriminare i tre nordafricani. Arrivati a Lampedusa lo scorso 7 giugno, i tunisini Dhakwin Abdallah, Bilal Bounab e Marii Abdallah furono accusati da almeno cinque dei venti stranieri che avevano trasportato dalla Libia fino alle spiagge lampedusane su una piccola imbarcazione di 6 metri.

Grazie al racconto dei sopracitati cinque extracomunitari, i tre tunisini furono arrestati con l'accusa di traffico di esseri umani. La pm Chiara Bisso si è operata affinchè il processo potesse svolgersi il prima possibile, temendo proprio una fuga dei testimoni chiave.

Nel frattempo i presunti trafficanti sono rimasti dietro le sbarre, come disposto dal tribunale del riesame, difesi dai legali Stefania La Rocca, Giuseppe Lauricella e Salvatore La Longa. Nonostante la celerità delle operazioni, il processo rischia di essere annullato.

I clandestini che avevano puntato il dito contro i tre tunisini sono infatti riusciti a far perdere le proprie tracce in meno di un mese.

Il giudice per le indagini

preliminari Luisa Turco ha restituito le carte alla procura della Repubblica, in attesa di sviluppi. Si sta valutando se utilizzare i verbali redatti il 7 giugno dagli agenti della questura per proseguire con il processo.

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