"La compri Elon Musk". Cosa succede alla Scala dei Turchi

L'appello al noto imprenditore è una provocazione dell'attuale proprietario che vorrebbe vedere Regione o Comune prendere provvedimenti

"La compri Elon Musk". Cosa succede alla Scala dei Turchi

Elon Musk, il famoso e ricco imprenditore 50enne sudafricano con cittadinanza canadese naturalizzato statunitense, potrebbe comprare la Scala dei Turchi. O almeno, questo è l’invito che gli è stato rivolto. Ovviamente si tratta di una provocazione pensata da Ferdinando Sciabarrà, che è catastalmente proprietario di una grossa parte dell’area, come riconosciuto lo scorso anno dai periti del tribunale di Agrigento. Come riportato dal Corriere, Sciabarrà ha lanciato la sfida:“Non è bastato dire alla Regione, al Comune di Realmonte e agli enti pubblici interessati ‘Ve la regaliamo’. Perché sono arrivate solo promesse. Senza nulla fare. E, dopo un anno, preoccupati da una stagione che si annuncia come un assalto ai gradoni della Scala, la mettiamo all'asta, facendo appello per primo a Elon Musk perché se la compri lui, la protegga e la usi al meglio...”.

Chi è il "proprietario"

Il suo legale, l’avvocato Giuseppe Scozzari, ha spiegato che i giudici penali hanno riconosciuto, dopo aver passato alla lente d’ingrandimento vecchie carte catastali e contratti, che la Scala dei Turchi, nella sua parte superiore, fino all'area demaniale dei frangiflutti, è stata ereditata dall’ex funzionario della Camera di commercio di Agrigento, e che l'uomo, ora in pensione, sarebbe adesso stanco dopo aver passato la vita a combattere tra carte bollate contro chi lo riteneva un truffatore. La figlia Angela, funzionario della Banca d'Italia, ha sempre sostenuto il padre: “Volevo donarla alla pubblica amministrazione ma il ‘pubblico’ è sordo. Volevamo affidarla ad una associazione ambientalista e ci è stato impedito... È necessario consentire visite in sicurezza dei turisti con accessi controllati, non solo con staccionate facilmente aggirabili. Bisogna bloccare gli smottamenti della roccia che si sfalda”.

Secondo quanto asserito, lo scorso anno la Regione, in seguito alla decisione del tribunale, aveva promesso di interessarsi alla gestione dell’area. Così come l’amministrazione comunale che, invece di realizzare i controlli, avrebbe riaperto contro Sciabarrà una causa civile per rivendicare una usucapione smentita dai periti del giudice penale. Dopo che lo scorso gennaio la Scala era stata imbrattata di vernice rossa, il sindaco di Realmonte Sabrina Lattuca aveva detto che era stata accolta con piacere la donazione del proprietario, e che presto il Comune si sarebbe attivato con gli enti preposti. Anche gli assessori regionali, dopo l'ultimo fatto, avevano ribadito massima protezione, anche ricorrendo alla Forestale. Ma ancora non è successo nulla.

Le accuse a Regione e Comune

E adesso l’avvocato qualche domanda se la pone: “Alla Regione ci hanno convocato più volte per incontri. Alcuni, aria fritta. Altri, saltati per sopravvenuti impegni. Sì, ‘chiacchiere e distintivo’, per dirla con Robert De Niro. Non un solo passo concreto”. Sono centinaia i turisti che quotidianamente arrivano ai gradoni bianchi. Una situazione che preoccupa Sciabarrà anche per quanto riguarda le responsabilità che possono derivarne, anche perché non ci sono al momento le condizioni per poter gestire il flusso in sicurezza perché nessuno si faccia male. Così è saltato fuori il nome del ricco imprenditore Elon Musk. “Se le istituzioni siciliane non sono capaci, ben venga qualcuno come Musk. Purché la renda fruibile gratis come abbiamo fatto noi da sempre”, ha spiegato Sciabarrà.

Scozzari ha precisato che Musk, o anche altri, potrebbero comunque guadagnare in immagine. O magari, come ipotizzato dall’avvocato, anche cedendo il sito per pubblicità o altro ai grandi della moda. Ovviamente non costruendoci un ristorante o un albergo.

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