È stato condannato per rapina e lesioni dal tribunale di Londra. Ma lui, in Inghilterra non ci è mai stato. Un dipendente di una cooperativa di Torino, solo dopo nove anni e tre sentenze, è riuscito a chiarire un equivoco di cui lui stesso è rimasto a lungo all'oscuro.
Nei giorni scorsi la Corte d'appello del capoluogo piemontese ha chiuso il caso accogliendo il ricorso dell'avvocato Marino Careglio e ha rifiutato di riconoscere la sentenza londinese per errore del nome.
I fatti
La vicenda ha inizio nel 2008, quando il tribunale inglese di Wood Green ha condannato l'uomo a 3 anni e sei mesi di reclusione per rapina e lesioni personali. Ma il giorno della presunta rapina, l'uomo non era in Inghilterra, ma in Italia sul posto di lavoro. Nel 2016, il dipendente della cooperativa si è visto notificare una convocazione dai giudici di Torino. Il giorno fissato per l'udienza ha provato a spiegare che in Inghilterra non aveva mai messo piede in vita sua, ma i giudici hanno riconosciuto il verdetto inglese.
Il nuovo difensore, l'avvocato Marino Careglio, ha subito fatto ricorso.
La Cassazione ha pronunciato la sua decisione, annullando la sentenza e rinviando all'appello perché i giudici torinesi chiarissero come sia stato possibile processare e condannare in Inghilterra qualcuno che lì non c'è nemmeno mai stato.
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