All'interno dell'emergenza Coronavirus vi è un'altra piaga aperta: la solitudine e l'abbandono degli anziani. Proprio loro che rischiano maggiormente di fronte a questa epidemia, spesso malati e soli. L'ultimo agghiacciante fatto si è verificato a Cingoli, località turistica delle Marche: su 40 ospiti di una casa di riposo, di cui la metà non autosufficiente e costretta a letto, 37 sono risultati positivi al tampone. Di mezzo ci sono andati pure un medico di base e un'infermiera. Infettate anche due operatrici e una a sua volta ha contagiato il marito. Intanto pare si stia muovendo il mondo della politica.
Sulla questione è intervenuto personalmente Matteo Salvini, che ha riportato le "segnalazioni preoccupanti di case di riposo". Il leader della Lega ha parlato con il vicesindaco Filippo Saltamartini: "Ha chiesto aiuto da giovedì scorso ma né dalla regione Marche, né dalla protezione civile sono arrivate risposte concrete". Dunque servono immediatamente interventi "a tutela di tutti i nostri cari che sono più fragili e indifesi" e occorrono "medici, anche militari, e invio immediato delle protezioni contro il contagio". L'ex ministro dell'Interno ha annunciato l'intenzione di scrivere una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte "per sensibilizzarlo sulla questione".
Il medesimo grido d'allarme arriva dalle case di riposo per anziani presenti su tutto il territorio del Molise, che hanno denunciato la totale assenza di dispositivi di protezione individuale - in particolare delle mascherine - promesse nei giorni scorsi dalla protezione civile regionale ma non ancora distribuite in quanto ospizi privati.
"Situazione drammatica"
Il sindaco Michele Vittori parla di una "situazione drammatica". L'obiettivo principale è quello di bloccare il contagio, soprattutto per gli anziani. Perciò chi è passato per la casa di riposo deve avvisare il Comune, così come rientra da fuori: "Tutti devono stare chiusi in casa salvo i casi consentiti. Non è solo un obbligo di legge, ma un valore morale". Per non spargere l'infezione è stato fatto appello all'essere solidali: "Solo in questo modo possiamo farcela".
Gli ha fatto eco il secondo cittadino Filippo Saltamartini, che ha proposto di equiparare le case di riposo a un ospedale: "Ma il servizio sanitario nazionale non se ne fa carico. Ci rispondono di isolare i positivi e di fare con le nostre forze.
Ma come? Non abbiamo medici, né infermieri, né mascherine o dispositivi di protezione". In tutto ciò i dipendenti della cooperativa continuano a svolgere il loro quotidiano lavoro, facendo le pulizie e preparando i pasti: "Abbiamo bisogno di medici militari se non vengono quelli della Asl".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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