Coronavirus

Virus, ora frenano i contagi. Ma aumentano le vittime

Il bollettino sull'emergenza coronavirus: nelle ultime 24 ore sono morte 566 persone. I guariti sono in totale 35.435 (+1.224). Si conferma il calo delle terapie intensive

Virus, ora frenano i contagi. Ma aumentano le vittime

Sono oltre 20mila le vittime in Italia. Dopo il calo dei decessi registrato ieri, nelle ultime 24 ore sono morte 566 persone (ieri i decessi sono stati 431) che portano il totale a 20.465.

Si conferma invece il calo del numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva: oggi sono 3.260, 83 meno di ieri. Dopo alcuni, torna ad crescere il dato sui ricoverati con sintomi che hanno raggiunto quota 28.023 persone (+176). Restano alti i numeri dei guariti: oggi si registrano altre 1.224 unità che fanno salire il totale a 35.435 (ieri +1.677).

Ad oggi, ci sono 103.616 i positivi al coronavirus nel Paese con un aumento di 1.363 unità (ieri si erano registrati 1.984 nuovi casi). Dall'inizio della diffusione del coronavirus nel Paese, il numero complessivo dei contagiati (comprese le vittime e i guariti) ha raggiunto quota 159.516 (+3.153 rispetto a ieri). Questi i dati forniti dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa quotidiana sull'emergenza coronavirus.

"Un rallentamento del contagio c'è. Dopo la chiusura totale continua un po' di trasmissione del virus, questo fa si che la coda dei casi si allunghi. Dobbiamo considerare che il tempo che trascorre fra il momento del contagio e quello della notifica può essere anche di 20 giorni", ha spiegato il capo dipartimento malattie infettive dell'Iss, Giovanni Rezza, sottolineando che "i decessi saranno l'ultimo indicatore a diminuire. Non siamo contenti di 500 morti, è una cosa drammatica, ma rispetto ai 1000 di qualche giorno fa c'è stata diminuzione". Poi ha aggiunto: "Siamo ancora in fase uno non c'è dubbio. Ci sono segnali positivi ma devono essere consolidati. Bisogna stare ancora molto attenti e seguire le indicazioni". Il professore ha anche avvertito che "non arriveremo a zero casi, il virus continuerà a circolare. Forse a Wuhan ci sono riusciti con misure incredibili ma ora hanno i casi di ritorno. La circolazione del virus diminuirà ma dovremmo essere pronti a mettere toppe in considerazione".

Il professor Rezza ha poi spiegato che "sui vaccini c'è un'accelerazione dei tempi. Quello in sperimentazione a Pomezia utilizza una piattaforma già usata per Ebola, il vantaggio sarebbe di non avere un vaccino particolarmente innovativo, ma che già è stato usato in modo da comprimere le fasi di sperimentazione".

Per quanto riguarda le aperture, il capo della Protezione civile ha dichiarato che "al momento qualsiasi ipotesi è prematura. La task force è al lavoro su un report, poi una valutazione sarà fatta dal decisore politico". Rezza ha poi aggiunto che serve cautela, "il virus circola" quindi "è chiaro che non posso che essere d'accordo con il professor Locatelli sulla riapertura delle scuole a settembre". A proposito di fase due, Rezza ha sottolineato che "il Paese non può reggere un lockdown che vada oltre i due mesi" e quindi alcune misure misure di contenimento e di precauzione in alcuni settori andranno adottate e con esse dovremo convivere. Negli ultimi giorni si è parlato molto della ripresa del campionato di calcio: "Lo sport - ha affermato Rezza - implica contatti che possono implicare un certo rischio di trasmissione. Qualcuno proponeva un monitoraggio più stretto per i calciatori, mi sembra un'ipotesi un po' tirata. Siamo quasi a maggio, io non sarei favorevole alla ripresa del campionato, ma sta alla politica decidere".

Lombardia

"I dati di oggi non sono soddisfacenti", ha spiegato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel corso dell'aggiornamento quotidiano sull'emergenza coronavirus. Dall'inizio della diffusione del virus cinese in Lombardia sono stati registrati 60.314 casi, con 1.262 positivi in più rispetto a ieri quando l'aumento sul giorno precedente era stato di 1.460. I ricoverati sono 12.028, 59 in più rispetto a ieri. In terapia intensiva ci sono 1.143 pazienti, 33 in meno rispetto a ieri. Nelle ultime 24 ore in regione si sono registrati 280 decessi che portano il totale delle vittime a 10.901 (ieri sono state 110): "Ieri speravamo che il dato fosse in riduzione", ha commentato l'assessore.

Nella provincia di Bergamo i casi di coronavirus sono arrivati a quota 10.391. Rispetto a ieri, la crescita è di 82 unità. A Brescia invece si sono accertati 100 nuovi casi e il totale è arrivato a 11.058. Nella provincia di Milano si registrano 14.161 positivi, 481 più di ieri quando si erano registrati 412 casi sul giorno precedente: "Un dato che continua a crescere". In città i casi sono saliti a quota 5.857 (+296, mentre ieri l'incremento era stato di 193).

Lazio

"Oggi registriamo un dato di 123 casi di positività e un trend in frenata al 2,5%. Continua inoltre la forbice tra coloro che escono dalla sorveglianza domiciliare (16.174) e coloro che sono entrati in sorveglianza (12.367)", ha spiegato l'Assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato.

"I guariti - ha continuato - salgono di 25 unità per un totale di 764, mentre i decessi sono stati 5 nelle ultime 24 ore".

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