Così il coronavirus ha riacceso le tensioni tra Italia e Francia al confine

Un percorso di quaranta chilometri, a cavallo tra l'Italia e la Francia, in provincia di Imperia ha scatenato un caso diplomatico a livello istituzionale, che sui social si è trasformato in uno scambio di accuse e veleni incrociati

Così il coronavirus ha riacceso le tensioni tra Italia e Francia al confine

Quaranta chilometri è la distanza che separa il confine italo francese di Fanghetto, sulla statale 20 della val Roya, nell'entroterra di Ventimiglia, in provincia di Imperia e Mentone, la rinomata località turistica e balneare della Costa azzurra. Un percorso che ha scatenato un caso diplomatico, riaccendendo vecchie tensioni tra l'Italia e la Francia.

Il motivo è molto semplice: da quando è scattata l'emergenza sanitaria da Coronavirus il transito alla frontiera (in entrata e uscita dall'Italia) può avvenire soltanto tramite autocertificazione. Quello di Fanghetto, tuttavia, rappresenta un caso unico (o quasi) nel nostro Paese.

Chi abita nell'alta val Roya francese, infatti, sulla statale che porta alle stazioni sciistiche di Limone Piemonte, deve attraversare una parte d'Italia per raggiungere la costa ligure di Ponente e da lì rientrare in Francia, a Mentone, la prima località dopo il confine di Ponte San Ludovico, sull'Aurelia, a Ventimiglia. Esiste anche un percorso alternativo, che passa dall'interno, ma è più lungo e tortuoso. Ultimamente molti francesi che tentano di attraversare il valico di Fanghetto vengono respinti dalle autorità italiane.

Nessuno, a dir il vero, può assicurare che questi vogliano davvero recarsi a Mentone, visto che in passato molti francesi si sono inventati di tutto, pur di entrare in Italia per comprare sigarette o generi alimentari, sicuramente più a buon mercato. Il sindaco di Mentone Jean Claude Guibal, stufo di questa situazione, ha scritto al Prefetto delle Alpi Marittime, chiedendo di contattare il collaterale organo italiano per trovare una soluzione.

"Questa decisione - afferma Guibal - penalizza gli abitanti della vallata, che devono recarsi sulla costa per esercitare la loro attività professionale, tra questi anche molti infermieri". Le tensioni più che altro trovano campo di battaglia sui social, con molti frontalieri italiani, che fanno notare di essere stati loro stessi vittime di comportamenti discriminatori, ad esempio essendo stati respinti alla frontiera perché sprovvisti dell'ultimo modello di autocertificazione o per essere stati multati, in quanto avevano violato il coprifuoco (dalle 22 alle 5) per tornare in Italia dal Principato di Monaco. Insomma uno scambio di accuse reciproche, che ancora una volta crea divisione alla frontiera.

"Tutto il mondo è paese - fa notare Elena S., sulla pagina Facebook del Comune di Mentone - anche i frontalieri italiani all’inizio della chiusura della frontiera francese sono stati trattati in egual modo.

Addirittura è stato vietato l’attracco di una nave italiana a Marsiglia per far scendere più di quattrocento passeggeri francesi e noi ci insultiamo a vicenda". C'è, poi, Fredo che minimizza il tutto con un "Vive l'Europe" (Evviva l'Europa). Poche parole che la dicono molto lunga.

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