L’Italia non è stata nient’altro che un’apripista in Europa: da giorni molti scienziati sostengono questa teoria in riferimento all’epidemia da Covid-19, adesso a certificare questa ipotesi è stato nelle scorse ore anche il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc).
Quanto accaduto nel nostro paese ha rappresentato una replica, a distanza di alcune settimane, di quanto avvenuto in Cina. A sua volta, l’andamento dell’epidemia registrata in Italia in questi giorni potrebbe essere un’anticipazione di quanto fra poche settimane accadrà nel resto d’Europa. Una conclusione, quella a cui sono arrivati gli studiosi dell’Ecdc, giustificata dai numeri fin qui registrati e dall’aumento dei casi nei vari paesi del vecchio continente.
I dati relativi al contagio da coronavirus parlano per adesso di un’Italia che, da sola, rappresenta il 58% dei casi complessivamente registrati in Europa. Il dato sui decessi in termini percentuali è ancora più impietoso: l’88% delle persone decedute a causa del Covid-19 sono nel nostro paese, il 22% è diviso invece tra le altre 26 nazioni dell’Ue ed il Regno Unito, incluso dall’Ecdc in questa statistica.
Ben presto però la forbice relativa ai casi non italiani in Europa potrebbe aumentare, salendo quindi in numero percentuale sia per quanto concerne il dato sui contagiati che quello riguardante i decessi.
Questo perché, secondo l’Ecdc, l’attuale situazione complessiva nel vecchio continente rispecchia quella italiana della seconda metà di febbraio. Dunque, in Francia come in Germania, in Spagna come in Gran Bretagna, solo per citare alcuni dei paesi più importanti ed esposti al coronavirus, entro due settimane si potrebbe avere un’evoluzione della situazione molto simile a quella vissuta in Italia negli ultimi giorni.
"L'attuale ritmo dell'aumento dei casi di Covid-19 nell'Ue/See e nel Regno Unito – si legge nello studio dell’Ecdc – rispecchia le tendenze osservate in Cina a gennaio-inizio febbraio e le tendenze osservate in Italia a metà febbraio”.
Quindi, attualmente l’Europa si trova nella stessa situazione in cui si trovava la Cina tra gennaio e febbraio e l’Italia invece sul finire dello scorso mese. Una tendenza che, sempre secondo gli studiosi, dovrebbe imporre ai governi dei paesi dell’Ue e della Gran Bretagna serie riflessioni sulle misure da prendere per iniziare a contenere la diffusione del virus.
Anche perché, hanno specificato dall’Ecdc, nessun paese europeo è immune dalla pandemia da Covid-19.
Tutti sono interessati e tutti potrebbero essere chiamati a breve a fare i conti con il picco dell’epidemia. Quanto avvenuto in Italia dunque, potrebbe aver rappresentato una mera anticipazione dello scenario che fra due settimane, poco più o poco meno, potrebbe attanagliare l’intero continente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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