Coronavirus

Coronavirus, va a prendere moglie infermiera dopo turno di 24 ore e viene multato

La donna, che lavora nell’ospedale di Capri dove presta servizio anche nella tenda allestita per i pazienti colpiti dal coronavirus, ha avuto enormi difficoltà a rientrare a casa

Coronavirus, va a prendere moglie infermiera dopo turno di 24 ore e viene multato

Una pesante multa solo per essere andato a prendere la moglie, infermiera in servizio da 14 anni al Capilupi di Capri, appena sbarcata da un traghetto al termine del suo servizio in ospedale. Ebbene sì, accade anche questo nell’Italia dei Dpcm e delle tante ordinanze regionali ai tempi del coronavirus. La storia, come racconta Il Messaggero, ha inizio la mattina di Pasquetta ma non ha niente da vedere con la classica gita fuori porta. Rosaria, questo il nome dell’infermiera, dopo 24 ore di turno nell’ospedale di Capri dove ora presta servizio anche nella tenda allestita per i pazienti colpiti dal coronavirus, si trova a bordo di un traghetto che fa rotta verso Sorrento. Il piano era semplice. Una volta arrivata in porto sarebbe salita sull’auto guidata dal marito per tornare a Lanucusi, la frazione di Fisciano, dove la coppia vive insieme ai figli. Nulla di particolarmente strano.

"La barca- ha raccontato la sanitaria- è stata allestita per i giorni di festa assicurando ai sanitari pendolari, il tragitto da Sorrento a Capri e viceversa. Mi ero accordata con mio marito per farmi prelevare al porto". Ma durante il viaggio accade l’inaspettato. "Mio marito mi telefona perché la polizia municipale lo aveva bloccato a Castellamare di Stabia per multarlo per l’uscita non giustificata", ha spiegato la donna.

Rosaria, oltre alla preoccupazione per il marito, ha dovuto riorganizzarsi per tornare a casa. Ma la cosa non era affatto facile perché,a che a causa dle giorno festivo, non c’erano mezzi. Così l’infermiera ha iniziato a fare un giro di telefonate. "Ho chiamato i vigili di Castellamare spiegando che non guido e non c’erano mezzi pubblici, oltre al fatto che mio marito appartiene al mio nucleo familiare e può accompagnarmi – ha continuato la donna- ho telefonato ai vigili capresi pronti a testimoniare la mia presenza in ospedale, ho riferito che avrei portato in visione il mio badge e ho contattato i carabinieri, la polizia di Stato e la polizia municipale di Sorrento per farmi aiutare".

Ma tutto inutile. Anzi, la situazione peggiore. Al marito vengono verbalizzate 533.33 euro di multa al marito. Un bel salasso per aver fatto praticamente nulla di illegale. Rosaria, così, si trova sola nel porto di Sorrento. "Alla fine sono riuscita a rincasare perché la Capitaneria di Porto di Sorrento mi ha riaccompagnato a casa, era Pasquetta e non c’era alcun mezzo", ha raccontato ancora la donna che ha sottolineato come sia difficile raggiungere il suo paesino in treno o autobus senza l’auto.

L’infermiera ha ammesso di essersi sentita umiliata per quanto compiuto ai danni suoi e del marito: "La multa non era legittima ma la mortificazione è stato il trattamento subito. Vorrei che il presidente De Luca sapesse che emette ordinanze che vengono interpretate in questo modo".

Sull’assurdo episodio è intervenuto anche il sindacato Nursind ha chiesto garanzie per il ritorno a casa dei lavoratori che operano negli ospedali su territori disagiati. Il problema indubbiamente esiste.

Chissà se il governatore che auspicava l’uso del lanciafiamme per colpire chi viola le norme anti-coronavirus prenderà provvedimenti per evitare che si ripetano fatti simili.

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