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Coronavirus, in Veneto riaprono cinque ospedali dismessi

Nella regione di Zaia, la Protezione civile è al lavoro per riattivare i vecchi ospedali: alcune strutture sono già funzionanti, in altre i lavori termineranno entro la settimana

Coronavirus, in Veneto riaprono cinque ospedali dismessi

In Italia, il coronavirus ha colpito soprattutto Lombardia e Veneto. Le due regioni, oltre a cercare di contenere la diffusione del virus, sono anche al lavoro per recuperare nuovi posti letto e strutture. Nella regione di Luca Zaia, in particolare, entro una settimana torneranno operativi in caso di necessità il Guicciardini di Valdobbiadene nel Trevigiano, il vecchio ospedale di Monselice nel Padovano e, nel Veronese, l'Orlandi di Bussolengo, il Chiarenzi di Zevio e l'ex civile di Isola della Scala. Come riporta il Gazzettino, la Protezione civile regionale a tempi record sta programmando la riapertura delle strutture dismesse, in modo da renderle disponibili per ospitare i casi di Covid-19 meno gravi o i pazienti con altre patologie.

"Stiamo ripulendo e riattivando i vecchi ospedali con l'ottica di avere disponibilità di letti accessori - ha spiegato il governatore Luca Zaia -. Un paziente coronavirus in terapia intensiva usufruisce di ossigeno 20-30 volte di più dei pazienti in terapia intensiva ordinaria: è dunque impensabile utilizzare vecchie condutture di vecchi ospedali, dismessi da tempo, per i casi più gravi. Quindi stiamo riattivando vecchie strutture per altre attività, perché vogliamo fino in fondo non sospendere le cure".

Così le squadre della Protezione civile regionale sono al lavoro per garantire nuovi posti nel caso in cui occorrano spazi aggiuntivi agli ospedali della regione. Alcune vecchie strutture sono già funzionanti, in altre i lavori termineranno entro la settimana e saranno quindi disponibili per ospitare i contagiati che necessitano solo dell'isolamento o i pazienti dei reparti che vengono svuotati per far fronte all'emergenza.

Nel frattempo, i sindaci del Comuni coinvolti hanno rassicurato gli abitanti spiegando loro di non temere per l'apertura delle strutture. "I cento posti letto serviranno per trasferire persone non in fase acuta da coronavirus, ma che avranno un ulteriore bisogno di degenza ospedaliera transitoria, in caso di necessità e carenza, prima di rientrare al proprio domicilio", ha spiegato ad esempio il sindaco di Zevio, Diego Ruzza. "In meno di 48 ore, i volontari lavorando anche di notte hanno ripristinato due piani, per l'allestimento di 70 posti letto per ospitare pazienti non gravi affetti da Covid-19 nel caso fosse necessario - ha dichiarato il sindaco di Bussolengo Roberto Brizzi -.

La sanità veneta non può farsi trovare impreparata: diamoci tutti una mano restando a casa per non rendere vani gli sforzi che tutti stiamo sostenendo".

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