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Così la Buona scuola perde pezzi

Cancellata la norma che obbliga gli insegnanti a stare per almeno tre anni nella sede della scuola assegnata

Così la Buona scuola perde pezzi

Uno smacco per Matteo Renzi e la sua Buona Scuola: la riforma della scuola tanto voluta dal vecchio governo, infatti, perde pezzi.

Come racconta La Stampa, la trattativa è ancora in corso, ma c'è già una pre-intesa tra ministero e sindacati per cancellare l'obbligo per gli insegnanti di restare per tre anni nella scuola assegnata. Obbligo congelato per ora solo per l'anno scolastico 2017-2018 in attesa che si raggiunga l'accordo definitivo.

La norma era alla base delle tante proteste degli insegnanti quando era entrata in vigore la nuova legge: costringeva infatti i docenti a restare per almeno tre anni anche a centinaia di chilometri da casa. Ed era stata oggetto di molti ricorsi - vinti - da parte di chi beneficia della legge 104 che permette a chi ha parenti con problemi di disabilità di restare vicino casa.

Contrari all'accordo la Gilda e l'Anief. Per la prima sigla bisogna abolire "il passaggio della titolarità degli insegnanti dalla scuola all’ambito territoriale" e "la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici".

Per l'Anief, invece, "questa intesa viola i termini di legge" perché "non offre soluzioni ai problemi creati dalla chiamata diretta e continua a creare discriminazioni tra gli insegnanti".

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