Coronavirus

Il farmaco contro l'acne invece del vaccino: perché è pericoloso

Un professore in pensione di Modena ha sponsorizzato l'uso di un batterio contro l'acne come rimedio al Covid-19 invece dei vaccini. Immedata la risposta dell'Aifa: "Pericoloso per la salute"

Il farmaco contro l'acne invece del vaccino: perché è pericoloso

C'è chi non si fida dei vaccini ma "prova" un farmaco assolutamente dannoso, inutile ai fini della lotta al Covid e considerato anche pericoloso per la salute: si tratta del Parvulan, un medicinale a base di "Corynebacterium parvum", un batterio che si utilizza per combattere l'acne. Nulla di più sbagliato. A promuovere in Italia il medicinale, neanche a dirlo, è un medico in pensione e sostenitore del gruppo di scettici "Movimento 3V: Vaccini Vogliamo Verità”, tale Beniamino Palmieri da Modena.

A cosa serve veramente il farmaco

Legalmente registrato e commercializzato in Brasile (ma non in Italia, né in altri Paesi), possiede un’azione immunostimolante. Nel foglietto illustrativo del prodotto brasiliano si legge che si tratta di un "coadiuvante nel trattamento di infezioni dermatologiche di origine virale, batterica, fungina e protozoaria, coadiuvante in infezioni sistemiche e locali. Ha un effetto regressivo sulle neoplasie solide. Aiuto nel trattamento dell’erisipela causata da Streptococcus pyogenes. Coadiuvante nel trattamento dell’acne". Dopo un anno e mezzo, neanche a dirlo, anche i più incalliti no vax probabilmente comprendono la differenza tra acne e Covid: se il vaccino è considerato, ancora, "sperimentale", questo batterio può avere effetti indesiderati anche gravi e di certo non cura il Covid.

Il prof che lo sponsorizza

Il professor Palmieri era stato intecettato a maggio dalle telecamere di Striscia la Notizia. "Togliamoci le mascherine, non ho motivo di fare il vaccino dopo essermi iniettato il farmaco”. Il Parvulan infatti viene usato con tre punture, una al giorno, nelle persone non infette, e richiede fino a 10 punture per i positivi. Come riporta Repubblica, Palmieri puntava a somministrare il batterio a 10mila volontari per raccogliere la “base statistica di uno studio retrospettivo semplice per dialogare con le autorità sanitarie ministeriali”. Nel suo delirio, non solo affermava che non si trattasse di una sperimentazione ma che si potesse ricevere una specie di green pass alternativo: il famoso “Certificato di trattamento con finalità antivirali”, una bufala bella e buona.

"È un pericolo per la salute"

Purtroppo, come ben sappiamo, il potere di internet è enorme e la notizia si è amplificata come non avrebbe dovuto. È per questo che l'Aifa, l'Agenzia italiana del Farmaco, è subito corsa ai ripari emettendo un comunicato di allarme. "L'utilizzo del medicinale nella profilassi del Sars-CoV-2 non è sostenuto dalle benché minime evidenze di efficacia e sicurezza ed è un potenziale pericolo per la salute delle persone", si legge sul sito, sottolineando che "il razionale di tale utilizzo risulta largamente insufficiente, tanto è vero che la Commissione non aveva ritenuto possibile autorizzarne l’uso nemmeno nell’ambito di una sperimentazione clinica. Alla luce di quanto espresso dalla CTS AIFA rispetto all’utilizzo del PARVULAN - scrive l'Agenzia - si ritiene fondamentale richiamare l’attenzione dei cittadini tutti sui rischi legati all’assunzione di medicinali non autorizzati per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 (COVID-19)".

"Inutile e preoccupante"

Sull'argomento è intervenuto anche il farmacologo Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto Mario negri Irccs, tra più esperti e stimati in Italia. "È preoccupante che possa girare un farmaco del genere che non è legale in Italia, perché non autorizzato, e che, da quanto si legge nelle tante indicazioni con cui è commercializzato in Brasile, sembra un prodotto da banco, indicato per molto, ma inutile per tutto. Per carità, che non venga preso come sostituto del vaccino perché non ha niente a che fare" con il Covid-19, ha commentato all'Adnkronos Salute, sottolineando come, al momento, "non esiste nessun farmaco che sostituisce il vaccino salvo gli anticorpi monoclonali che però hanno un'azione limitata nel tempo, a differenza della vaccinazione che dà una copertura a lungo termine".

Gli effetti indesiderati

Di per sé la molecola non è tossica (in Italia esiste un prodotto con caratteristiche simili, la lisozima) ma non sono note eventuali interazioni con altri farmaci. "Una persona in terapia che assume Parvulan potrebbe avere degli effetti indesiderati. Inoltre, se si prende una dose troppo elevata, così come avviene negli Stati Uniti con l’ivermectina (un antiparassitario), i rischi per la salute ci sono, eccome. È irragionevole utilizzare molecole di cui non si conosce l’efficacia nel momento in cui abbiamo vaccini altamente protettivi", afferma al Corriere della Sera Gianni Sava, professore all’Università di Trieste, già consigliere della Società italiana di farmacologia (Sif).

Insomma, più chiaro di così, si muore.

Commenti