Cronache

L'avvertimento di Clementi: "Occhio al virus H5N1"

Il professore del San Raffaele di Milano, Massimo Clementi, ha spiegato a IlGiornale.it che il Covid è sulla strada della fase endemica. C'è però un altro virus che preoccupa e che va monitorato: quello dell'influenza aviaria

L'avvertimento di Clementi: "Occhio al virus H5N1"

La primavera è sempre più vicina e il contestuale calo dei contagi da Covid apre le porte ad un cauto ottimismo che lascia immaginare a situazioni migliori, soprattutto con l’arrivo dell’estate. Le alte temperature, come sempre, dovrebbero far circolare meno il virus e, con esso, anche i contagi. Ma c’è di più: secondo il professore ordinario di Microbiologia e Virologia all'Università San Raffaele di MIlano, Massimo Clementi, ci sono i presupposti per avviarci alla fase endemica del coronavirus. Occhio però. Secondo Clementi questa esperienza deve insegnarci che bisogna stare in guardia nel monitorare i nuovi virus trasmissibili dagli animali. Le sorprese potrebbero essere dietro l'angolo. Ma andiamo per gradi.

Dal Sars-CoV-2 ad Omicron: com’è cambiato il virus e il perché

Per farci entrare meglio dentro al contesto che stiamo vivendo, il professore ha spiegato a IlGiornale.it come Il Coronavirus si sia replicato a livello mondiale fino ai giorni d’oggi con la variante Omicron. “Come è ormai evidente- ha spiegato Clementi - questo virus nel replicarsi così tanto tra i soggetti di tutto il mondo ha generato diverse varianti. Questo è accaduto per un processo specifico: ogni cellula infettata dà luogo a 3mila nuovi virus. Il 2 per cento di questi nuovi virus sono delle varianti del genoma. Molte di queste mutazioni sono ininfluenti e altre sono deleterie per il virus perché gli impediscono di replicarsi. Occasionalmente capita una mutazione che conferisce un vantaggio al virus rispetto a quello precedente. Questa variante può, ma non necessariamente, prendere il sopravvento nella popolazione, come accaduto con le precedenti varianti di Sars-CoV- 2. In pratica le varianti di questo virus sono quelle della proteina spike, ed in particolare di una porzione di questa proteina che si chiama Rbd, (dominio che lega il recettore)”.

Questa porzione, come ha precisato il docente di Microbiologia e Virologia, è molto importante per il virus Sars- CoV- 2 perché "è quella che si vede aprire nel momento in cui incontra la cellula, legare il recettore e poi richiudere quando non serve più". Questa funzione di apertura e chiusura viene fatta bene se c’è una certa sequenza, male se ce n’è un’altra. Le varianti hanno sempre contribuito nel tempo a migliorare questa funzione di legame col recettore cellulare. E qui la domanda sorge spontanea. Questo miglioramento può continuare all’infinito? Secondo il professore a lungo termine no. “C’è un limite a tutto. Il perfezionamento del genoma - ci ha detto - attraverso le varianti può continuare, ma ad un certo punto si fermerà. E questo è quello che è avvenuto con la variante Omicron. Molto diversa dalle altre. Questa variante da un punto di vista genetico ha tante mutazioni sia nella proteina spike che nelle altre zone del virus”.

Un’altra caratteristica molto importante di questa variante, come ci ha detto il professore, è quella di infettare bene le cellule dell’albero respiratorio superiore: naso, faringe e le prime vie della laringe. Al contempo infetta meno rispetto agli altri coronavirus le vie aeree respiratorie inferiori e cioè i bronchi e gli alveoli polmonari. Da questo si intuisce perché questo virus è in grado di dare delle riniti, delle faringiti e molto meno delle bronchiti o delle polmoniti. “Questa via evolutiva avvantaggia il virus perché, trovandosi nelle alte vie respiratorie si trasmette prima . Omicron si è diffuso molto proprio per questo motivo. Ma è stato un evento positivo perché non ha dato quelle patologie importanti che hanno dato gli altri”.

Cosa accadrà in autunno

Massimo Clementi tiene a precisare che se oggi ci troviamo in una situazione migliore è anche il frutto di una buona campagna di vaccinazione che ha ricevuto più del 90 per cento di adesioni da parte della popolazione. Adesso siamo nella fase in cui si vede la luce in fondo al tunnel ma, inutile negarlo, il pensiero di tutti va anche al prossimo autunno per capire cosa dovremo aspettarci. Il professore usa toni che ci tranquillizzano spiegando che “Si tratta di virus respiratori e come tali hanno una loro stagionalità. Circolano molto in autunno e in inverno e poco o niente in primavera e in estate. Ci dobbiamo aspettare una concentrazione di casi in quei periodi, che ci possa essere un’evoluzione di varianti Omicron ma con un’evoluzione abbastanza precisa: ovvero sarà stagionale e colpirà le alte vie respiratorie”. In soldoni il virus si è adattato all’uomo. Per cui, secondo Clementi, potrà dare ancora fastidio ma solo stagionalmente. Sulla questione vaccini, il professore ci ha detto che non concorda con l’inoculazione della quarta dose in questo periodo in virtù degli studi eseguiti sull’immunità che dura almeno otto mesi. Però non la esclude in autunno per i soggetti fragili e per il personale sanitario.

Il rischio di una nuova pandemia dal virus H5N1

Nell’ultimo periodo si conta un aumento dei casi di infezione dal virus H5N1, ovvero l’influenza aviaria che colpisce sia gli uccelli selvaggi che di allevamento. Fino ad oggi ci sono stati 800 casi di infezione tra il nord Africa, l’Asia e l’Italia, ma si è trattato fortunatamente di una zoonosi, ovvero una trasmissione del virus dall’animale all’uomo. Non ci sono stati ancora casi di trasmissione interumana, ovvero da uomo a uomo.“Se il virus – ha affermato Clementi - dovesse adattarsi all’uomo, il rischio sarebbe quello di una nuova pandemia e non posiamo permettercelo”. Proprio per questo motivo il docente del San Raffaele sollecita il monitoraggio dell’interfaccia uomo – animale – ambiente e tutte quelle attività connesse alla prevenzione di un nuovo fenomeno catastrofico.

Il futuro di Green Pass e mascherine

Uno degli argomenti più dibattuti in vista della fine dello stato di emergenza previsto per il prossimo 31 marzo è quello legato all’utilizzo del Green pass e delle mascherine nei luoghi chiusi. Il docente del San Raffaele senza giri di parole ci dice la sua: “Fosse per me toglierei già oggi il Green Pass”.

Sull’uso delle mascherine fa un ragionamento diverso: ritiene infatti che anche in assenza di un obbligo molti di noi la useremo spontaneamente per tutelarci di fronte a certi contesti.

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