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Il cretino assoluto

Il disoccupato Dibba, leader in esilio dei Cinquestelle, ha insultato Berlusconi definendolo "il male assoluto". Contro un "cretino assoluto" come lui non c'è difesa

Il cretino assoluto

Il disoccupato Alessandro Di Battista, leader in esilio dei Cinquestelle, ha detto nelle scorse ore che il suo partito non può allearsi con Silvio Berlusconi «perché lui e Forza Italia sono il male assoluto». Contro un «cretino assoluto» qual è Di Battista non c'è difesa, ma sull'argomento sarebbe interessante interpellare i tanti che in vita hanno incrociato il presunto mostro e non solo non sono morti ma sono vivi e vegeti.

Mi riferisco alle migliaia di dipendenti Mediaset e alle loro famiglie che grazie a Berlusconi hanno trovato negli anni lavoro e serenità; alle centinaia di artisti che sulle tv del Biscione hanno potuto dare liberamente sfogo ai propri talenti; alle migliaia di scrittori di ogni sensibilità e orientamento ideologico (compreso il «cretino assoluto» Di Battista) che in Mondadori hanno trovato un editore attento e prestigioso; ai milioni di tifosi del Milan che hanno visto gratificata la loro fede come mai nella storia ultacentenaria del club; agli italiani che negli anni dei governi Berlusconi non hanno visto scalfita di un millimetro la propria libertà, la propria dignità e il proprio benessere; ai tanti bisognosi e questuanti che nel tempo hanno goduto, direttamente o indirettamente, della generosità privata del Cavaliere.

Silvio Berlusconi, anche se probabilmente lui lo crede, non è un santo. Ma quella stupida frase «è il male assoluto», grida vendetta e mi stupisce che la Lega, che con i Cinquestelle vorrebbe trattare un governo, la lasci scivolare come acqua fresca, salvo poi prendersela con Berlusconi per il suo fuoriprogramma al Quirinale sulla «non democraticità» dei grillini.

Senza memoria non si va da nessuna parte, e la memoria dovrebbe ricordare che se Berlusconi non avesse, tanti anni fa, accolto in casa sua la Lega (un'altra Lega, ma pur sempre la Lega), oggi probabilmente il Carroccio sarebbe ancora arroccato nelle valli bergamasche e bresciane a urlare «secessione». È stato da «male assoluto» portare Bossi, Maroni, Calderoli e tanti altri nelle stanze di regia del Paese? Lo è stato allearsi nelle regioni del Nord con la nuova Lega di Salvini spianando così la strada alla sua ascesa?

Tacere sugli insulti e annuire a chi insulta e umilia la tua storia e i tuoi padri non è un buon inizio di una nuova stagione. Occhio al confine tra un legittimo rinnovamento e un tradimento.

Sono certo che Salvini, anche per il suo bene, sappia esattamente dov'è e mi auguro non lo attraversi.

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