Cronache

La criminalità dei clan arabi mette paura alla Germania

La criminalità in Germania è sempre i più in mano a clan di origine araba, ma non si può spesso denunciare il fatto in quanto si rischia l'accusa di razzismo

La criminalità dei clan arabi mette paura alla Germania

Un allarme solo in parte raccolto perché, come già accaduto in passato, il rischio maggiore è quello di essere accusati di razzismo: in Germania la criminalità, per stessa ammissione della Polizia federale, nelle grandi città è in mano ai clan di origine araba.

Si tratta di un fenomeno che genera non poco allarme sociale: prostituzione, spaccio di droga, ma anche furti negli appartamenti, scippi, rapine e quant’altro possa rientrare nel rango della micro criminalità ha a che fare sempre di più con gruppi criminali i cui esponenti appartengono a clan capeggiati da cittadini di origine araba.

I tempi in cui l’allarme sociale in Germania era originato dai delitti ascrivibili alle faide delle varie mafie italiane, appaiono lontani. Come ricorda Italia Oggi, sotto questo fronte l’ultimo grande e grave episodio si è registrato nell’agosto del 2007 a Duisburg. Quello fu un vero massacro, perpetuato nel giorno di ferragosto e che ha lasciato a terra sei vittime.

Un episodio ascrivile alla faida interna alla ‘ndrina di San Luca, paese della provincia di Reggione Calabria. Il fatto all’epoca ha destato non poco clamore, in quanto peraltro curiosamente avvenuto in quella cittadina che appena l’anno prima aveva ospitato il ritiro della nazionale italiana campione del mondo a Germania 2006.

Dopo di allora, le attenzioni si sono spostate, anche se tardivamente, su altri fronti. Questo non vuol dire che le mafie italiane siano scomparse dal territorio tedesco. Al contrario, esse appaiono sempre più radicate ma gli allarmi che creano sono di altro tipo: finanziari, in primis, visto che gli esponenti delle cosche del nostro paese negli anni hanno visto nella Germania il luogo ideale dove riciclare denaro.

In poche parole, i criminali italiani nelle città tedesche pensano più al denaro e sparano di meno, passando dunque il testimone della micro criminalità ai clan di origine araba. Sono questi ultimi a creare la maggior sensazione di insicurezza tra i tedeschi.

Il fenomeno è apparso in tutta la sua rilevanza nell’agosto scorso, quando nella sola Berlino un’operazione di Polizia ha portato al sequestro di 76 appartamenti usati come basi per le bande specializzate nei furti. Si è trattato di gruppi composti da immigrati arabi, i quali erano riusciti a mettere assieme una refurtiva dal valore complessivo di nove milioni di Euro.

Ma non è solo la capitale tedesca ad essere soggetta a questo tipo di criminalità. Anzi, i gruppi di origine araba sono attivi soprattutto nella Ruhr, complessivamente in tutta la Germania potrebbero essere anche cinquemila gli affiliati.

Cinquecento di questi apparterrebbero al Rammo Clan, il più temuto nella Ruhr e nel resto del paese, ramificato in diversi settori della criminalità. A Berlino invece, la Polizia ha riscontrato la presenza di un vero e proprio boss capace di muovere diverse fila dei sodalizi criminali: si tratta di Abou Chaker, giunto trent’anni fa dal Libano e contro il quale sono stati avviati decine di procedimenti.

I reati, come detto, sono soprattutto quelli che incidono particolarmente nella percezione della sicurezza dei cittadini, ma non si tratta di mera delinquenza o di cani sciolti che agiscono liberamente.

È stato infatti accertato che i vari clan di origine araba sono strutturati, uniti dalla nazionalità dei vari paesi di provenienza e che hanno preferito negli anni ciascuno coltivare precisi ambiti settoriali.

Un'organizzazione vera e propria dunque, per un fenomeno sempre più preoccupante la cui denuncia però, nella Germania di oggi, potrebbe costare l’accusa di razzismo.

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