Economia

Crisi e suicidi: ecco il Paese reale

Crisi e suicidi: ecco il Paese reale

C'era una volta il Paese reale. E che sarebbe questa strana creatura post marxista? Quello dove viviamo tutti i giorni, con i suoi problemi concreti, quello in cui si pensa al lavoro, ai soldi, alla salute, all'amore, alla sicurezza, alla casa, all'aria che si respira, alla squadra del cuore, al futuro incerto e a tante altre cose che qui non avrebbe senso (...)

(...) elencare. Questo Paese reale oggi più che mai bussa alle porte della politica e non trova pericolosamente risposte se non lo spettacolo surreale delle consultazioni dei veti incrociati. Due mesi dalle elezioni e siamo qui ad aspettare la direzione del Pd come l'oracolo di Delfi. Ma il Pd non aveva perso le elezioni? E perché la minoranza di un partito messo in minoranza dagli italiani, dovrebbe andare ancora al governo, magari con i grillini, che hanno più del 32 per cento ma da soli non rappresentano nessuna maggioranza? Lasciamo stare la logica e Aristotele, che l'ha insegnata ai nostri cromosomi, qui siamo al tatticismo del politichese.

Intanto il Paese reale sforna notizie, secondo una grammatica apparentemente casuale, ma che contiene lo stesso filo rosso di domande senza risposta. Vicino a Macerata un uomo di 56 anni, sfollato per il terremoto, si è tolto la vita. I motivi di un suicidio sono tanti e misteriosi, non si può banalizzare e neanche strumentalizzare. Ma i fatti esterni dicono che i tempi di ricostruzione dei suoi Bed&Breakfast erano troppo lunghi. Ecco che nel flusso dei segni dell'interconnessione planetaria ci ricordiamo che nell'Italia centrale ci sono stati terremoti devastanti, che ci sono persone che soffrono, che non hanno più la loro casa, il lavoro di una vita. E ancora, io prendo centinaia di treni l'anno, attraverso continuamente la stazione Centrale di Milano. Non potevo essere aggredito anche io, o mia moglie o i miei figli, dai due marocchini che hanno seminato sangue e terrore nella capitale economica del cosiddetto Paese reale? Li hanno presi i due che facevano colazione davanti alla stazione senza nessuna angoscia, senza il naturale bisogno almeno di scappare. Sapete perché? Perché è stata sostituita dalla logica spietata dell'impunità. Uno dei due non era stato fermato e poi rilasciato per questioni formali? Questa è la giustizia del Paese reale.

E l'economia? Nel Paese reale ci sono 7,3 milioni di persone che vivono in situazione di grave disagio. Di queste, 4,5 milioni sono al Sud. Però ragazzi, per non disturbare il clima di festa del concertone del Primo maggio, abbiamo appreso che la disoccupazione è stabile all'11 per cento. Qualcosa di stabile ci deve pur essere nel Paese reale. Peccato che sia uno dei dati peggiori d'Europa, dove cresciamo meno di tutti, e dove da poco la Spagna ci ha superato pure nel potere dei salari. Se però della cara Europa non rispettiamo le regole di salvaguardia, l'Iva può arrivare al 25 per cento. E addio consumi. Detto in altro modo, se un governo non partorisce una finanziaria seria, finiremo nel baratro. Ecco la parola magica, governo. Il Paese reale bussa e bussa forte. Anche alla porta grande e prestigiosa del Quirinale, la nostra istituzione di garanzia. Berlusconi, Salvini e la Meloni sono stati coerenti, Di Maio ha messo più veti dei pur tanti voti che ha preso.

Anche Mattarella, se venerdì non azzecca una via razionale, credibile e rispettosa degli italiani, rischia di diventare da arbitro supremo a arbitro travolto dal Var dei problemi della realtà.

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