La crociata del benzinaio Stacchio: "Follia condannare chi si difende"

Il benzinaio che in febbraio in provincia di Vicenza sparò ai rapinatori che avevano assalito un negozio vicino e minacciato una commessa ha deciso di spendere la sua vita per dare una mano a chi si trova a doversi difendere da una situazione di pericolo

La crociata del benzinaio Stacchio: "Follia condannare chi si difende"

Graziano Stacchio, il benzinaio che in febbraio in provincia di Vicenza sparò ai rapinatori che avevano assalito un negozio vicino e minacciato una commessa ha deciso di spendere la sua vita per dare una mano a chi si trova a doversi difendere da una situazione di pericolo. E così tende la mano a Ermes Mattielli. La sua condanna è stata a 5 anni e 4 mesi con 135.000 euro di risarcimento per aver ferito due ladri. "La cosa non è partita da me ma dal Comitato che si è formato spontaneamente per aiutarmi e che ha raccolto fondi per la mia difesa. Io ho autorizzato l’impiego dei finanziamenti per questa persona che è disperata e si trova in una situazione difficile". E ancora: "La condanna lascia sgomenti. È come gratificare la delinquenza. Dopo un’esperienza come la mia si vive male, ogni situazione analoga riapre la ferita. E poi mi viene da pensare a poliziotti e carabinieri che, ogni giorno, affrontano queste situazioni. Ci vuole tanto sangue freddo", spiega al Giorno. E aggiunge: "Trovo serenità e aiuto nella fede. La preghiera mi sorregge.

L’ho detto: per me è diventata una crociata. Per questo ogni volta che mi cercano parlo, racconto. Si deve fare qualcosa per invertire questa situazione, questo cambiamento della società in peggio. Il governo, anche quelli che stanno in alto devono intervenire". "Io credo che oggi non si possa parlare più di bisogno. Questi criminali - conclude - non vanno a fare la rapina per bisogno ma per avere quello che vogliono subito. Potrebbero chiedere aiuto invece di presentarsi con le armi in mano a rubare. Quelli che hanno agito qui avevano addosso il giubbotto antiproiettile. Hanno sparato e i loro colpi mi hanno sfiorato. Non ho reagito.

Poi sono andati avanti e hanno sparato di nuovo e ho resistito all’impulso di reagire. Ho gestito la situazione con nervi saldi ma, a un certo punto, dovevo salvare la ragazza. Io tutto questo lo chiamo istigazione, anche se la legge non lo prevede".

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