Cronache

Crolla il sistema delle coop: fallita la Di Vittorio di Parma

Continua il periodo orribile delle cooperative: dopo lo scandalo di "mafia capitale", guai anche per le coop emiliane

Crolla il sistema delle coop: fallita la Di Vittorio di Parma

Non c'è pace per le coop. Lo scandalo di "mafia capitale" ha svelato la rete criminale intrecciata da Salvatore Buzzi, in combutta con l'ex nar Massimo Carminati. A ciò si è aggiunto l'obbrobrio del viadotto costruito da due delle più importanti coop emiliane, il Consorzio cooperative costruzioni e la Cooperativa muratori cementisti, e durato solamente 10 giorni. Crollato e pagato dai contribuenti 13 milioni di euro.

Ora è il turno della coop di Vittorio, fondata negli anni '70 e fallita clamorosamente pochi giorni fa, come scrive ItaliaOggi: "Il tribunale ha appurato che la Di Vittorio ha debiti per quasi 68 milioni di euro, anche a causa di operazioni che la procura ha definito 'caratterizzate da una certa opacità meritevole del dovuto approfondimento'".

Il patrimonio netto della coop risulta ora sotto zero e le centinaia di famiglie che hanno investito su di essa sono rimaste a bocca asciutta, perdendo "in questo modoi risparmi di una vita e rischiando di perdere anche la casa faticosamente acquistata".

Il crac della Di Vittorio deriva da una cattiva gestione degli ex amministratori, "accusati di aver drenato risorse verso attività speculative finite in malo modo e di avere, di conseguenza, effettuato un uso illecito del prestito sociale, cioè dei risparmi dei soci affidati alla coop, con la sollecitazione a investire, anche quando ormai la situazione economica era segnata".

La Di Vittorio, come sottolinea ItaliaOggi, "aveva costruito un braccio finanziario, la Polis Spa, col compito di effettuare operazioni di speculazione immobiliare, con buona pace dello statuto della Di Vittorio che prevedeva che la coop avesse come finalità quella di costruire case solo per i propri soci".

Ciò che non è stato previsto dagli amministratori della Di Vittorio è, però, lo tsunami finanziario del mercato immobiliare, che ha determinato un cattivo andamento degli investimenti, riducendo così la coop ad un buco di 68 milioni di euro.

La situazione è aggravata ancora di più dal fatto che gli amministratori hanno tenuto all'oscuro i soci, che firmano un bilancio formalmente in attivo e ricevono tutte le assicurazioni del caso.

Ora, però, una parte dei 640 soci è intenzionata ad andare sotto la sede della Legacoop per ottenere, se non i soldi, almeno qualche spiegazione.

Con buona pace dell'ex presidente nazionale di Legacoop, Giuliano Poletti, diventato, il 22 febbraio scorso, ministro del lavoro.

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