Cronache

Il delirio dell'ex di Prima Linea "Chi non sta con Battisti è m..."

La caccia a Cesare Battisti non è finita. L'ex terrorista dei Pac adesso è nel mirino della polizia brasiliana. Ma l'ex Prima Linea lo difende

Il delirio dell'ex di Prima Linea "Chi non sta con Battisti è m..."

La caccia a Cesare Battisti non è finita. L'ex terrorista dei Pac adesso è nel mirino della polizia brasiliana e di fatto dopo la cattura potrebbe essere immediatamente estradato in Italia dove deve ancora scontare la sua pena. Ma ad accendere ancora di più le polemiche sul suo caso è un post su Facebook dell'ex fondatore di Prima Linea, Enrico Galmozzi: "Il personaggio Cesare Battisti è stato costruito dalla stampa che non solo ne ha fatto un mostro sotto il profilo criminale ma ne ha costruito anche una immagine antipatica", ha scritto sui social. Immediatamente si sono aperte le polemiche con la reazione anche dei familiari delle vittime che hanno puntato il dito contro chi difende proprio l'ex terrorista. Il post di Galmozzi poi parla in modo più esplicito della caccia all'uomo su Battisti e chiede all'opinione pubblica di schierarsi: "In questa forsennata caccia a Cesare da parte di tutte le forze di polizia brasiliane. Chiunque in questo duello fra una imponente macchina da guerra e un uomo solo in fuga non parteggi per l'uomo in fuga è una merda inside".

Potito Perruggini, nipote del brigadiere Giuseppe Ciotta ucciso da Battisti nel 1977, afferma: "Si parla sempre di ex terroristi, ma si dimentica sempre che le vittime restano vittime e non diventano mai ex. Queste persone -aggiunge Perruggini, che nel 2010 organizzò una mobilitazione via social per l'estradizione di Battisti- dovrebbero avere il buon gusto di tacere, senza continuare a calcare il palcoscenico. Vogliamo sperare che le istituzioni la smettano con la tolleranza del passato e cambino decisamente direzione. E che chi ha preso parte alla lotta armata parli soltanto quando avrà deciso di dare un contributo alla verità storica sui fatti di terrorismo". Infine sempre Galmozzi parla della latitanza dell'ex terrorista dei Pac: "Ora -prosegue- a parte che un po' di anni di galera (sette) in giro per il mondo se li è fatti, anche in prigioni nelle quali coloro che ne parlano non resisterebbero una settimana, detto che sempre meglio latitanti che in galera, vi assicuro che i suoi 35 anni di latitanza non sono stati tutti rose e fiori...

".

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