Cronache

Denis Verdini condannato a 5 anni e mezzo per bancarotta

L'ex senatore di Ala condannato per la bancarotta della Ste, la società editrice de "Il Giornale della Toscana", non più in edicola dal 2012

Denis Verdini condannato a 5 anni e mezzo per bancarotta

Doccia fredda per l'ex senatore di Ala Denis Verdini. Il tribunale di Firenze l'ha condannato a 5 anni e mezzo per la bancarotta della Ste, la società editoriale che editava "Il Giornale della Toscana", non più in edicola dal 2012. Verdini non era presente in aula alla lettura della sentenza. I suoi legali non hanno voluto commentare. Trapela delusione, a fronte della condanna comminata, superiore alla richiesta del pubblico ministero, Luca Turco che era di tre anni. L'ex deputato di Ala Massimo Parisi, stretto collaboratore di Verdini e membro del cda della società, è stato condannato a cinque anni. Per entrambi i giudici hanno anche deciso l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Tre anni ciascuno per gli altri 3 imputati nel processo: l'ex presidente del cda, il principe Girolamo Strozzi Majorca Renzi, l'ex amministratore delegato Pierluigi Picerno e l'ex consigliere Enrico Luca Biagiotti.

Il 5 febbraio 2014 la società editrice venne dichiarata fallita dal tribunale. Secondo l'accusa l'ex senatore, indicato come l'amministratore di fatto della Ste, è stato responsabile del crac insieme agli altri imputati. La società, già in perdita, sarebbe stata svuotata di 2,6 milioni di euro, con un'operazione che non avrebbe avuto ragione economica. Secondo la difesa di Verdini, quel depauperamento avvenne 10 anni prima del fallimento della Ste e comunque sarebbe stato seguito da un atto riparatorio dello stesso ex senatore con cui sarebbero stati compensati i debiti.

L'11 aprile scorso Verdini aveva reso dichiarazioni spontanee davanti al giudice sostenendo di aver "solo dato a questo giornale, l'ho sempre fatto, dall'inizio alla fine, per tenerlo in vita" e di provare "enorme dispiacere perché con un debito sanato e lo sforzo fatto siamo arrivati lo stesso al fallimento" causato "dalla sospensione dei contributi pubblici di 2,5 milioni all'anno".

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