Denuncia un tradimento: licenziata. Il giudice la difende: "Dovere morale"

La cameriera becca un amico con una donna che non è la moglie e lo va a dire in giro. Il titolare dell'albergo la licenzia, ma il giudice le dà ragione

Denuncia un tradimento: licenziata. Il giudice la difende: "Dovere morale"

"Andare a spifferare un tradimento è un dovere morale". Parola di giudice che ha condannato un albergo di Venezia per aver licenziato una cameriera che era andata a denunciare il tradimento di un amico pizzicato nell'hotel con una donna che non era la moglie. La cameriera era stata licenziata per aver violato la privacy di un cliente spifferando le corna consumate nelle camere che lei stessa rassetta ogni giorno, ma il giudice ha imposto al titolare dell'albergo di assumerla nuovamente.

La cameriera, che nell'albergo è addetta alle colazioni, e il fedifrago sono entrambi Testimoni di Geova. "L'ho beccato a letto mentre rifacevo la stanza...". Una volta scoperto il tradimento, come ricostruisce la storia il Gazzettino, la donna si è fiondata alla congregazione dei Testimoni di Geova per spifferare che aveva incontrato l'amico in compagnia di una donna diversa dalla moglie. "Denunciarlo - aveva spiegato - è un dovere morale e religioso a cui non potevo sottrarmi". Pur ammettendo di aver danneggiato sia il cliente sia il datore di lavoro, ha negato di aver divulgato dati sensibili. Il datore di lavoro non aveva accettato le scuse e l'aveva lasciata a casa in tronco.

Il Tribunale di Venezia ha annullato il licenziamento.

Il giudice ha ritenuto illegittimo per insussistenza del fatto contestato e ha disposto la reintegra della dipendente nel proprio posto di lavoro. Non solo. L'hotel è stato anche condannato a pagare una indennità risarcitoria commisurata al suo stipendio oltre alla rifusione di 3500 euro di spese di lite.

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