I casi sono due. O il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, è diventato «sovietico», oppure il suo segretario di partito, Matteo Salvini, è uscito di senno e ha detto una fesseria. «No a obblighi sovietici», aveva infatti detto il leader leghista per difendere la decisione di Zaia di non adeguarsi all'obbligo di vaccino - deciso dal governo - per i bambini che frequentano nidi e asili. Solo che Zaia ieri ha fatto retromarcia e, smentendo se stesso e il suo segretario, ha dato il via libera alla vaccinazione obbligatoria anche in Veneto.
Non sappiamo per quale motivo Zaia abbia fatto marcia indietro, ci piace pensare che all'ultimo sia prevalso in lui il buon senso di cui l'uomo è ampiamente dotato, anche se su questa vicenda pareva averlo smarrito. Ma soprattutto non capiamo perché Matteo Salvini si sia spinto a sposare la causa dello sparuto gruppo dei No Vax fino a bollare di «stalinismo» le ragioni della comunità scientifica fatte proprie dalla politica nel decreto che obbliga i bambini a vaccinarsi. Se così fosse, allora è «stalinista» obbligare i motociclisti a portare il casco e bene fanno a Napoli e dintorni a girare a capo scoperto.
È vero che qualsiasi legge che riguardi la sfera privata entra inevitabilmente in conflitto con le libertà individuali e che questo è uno dei nodi irrisolti del liberismo applicato al governare. Ma anche una democrazia liberale, a differenza dello stalinismo evocato da Salvini, è chiamata spesso a regolare diritti contrapposti, in questo caso quello tra il genitore che non vuole vaccinare i figli e quello che viceversa li vuole tutelare dal contagio. Anche uno stupido capisce che il diritto prevalente - parlando di salute - è il secondo e che il primo, come è capitato agli automobilisti amanti della velocità e costretti ai 130 all'ora o ai fumatori obbligati all'astinenza al ristorante e in ufficio, deve farsene una ragione.
Non vogliamo inchiodare Matteo Salvini a una parola (tante delle sue le sottoscriviamo) ma ci fa piacere che Luca Zaia l'abbia alla fine vaccinato contro la stupidità di posizioni che non per nulla sono care ai grillini.
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