Cronache

Domenica delle Palme senza l'ulivo "C'è il rischio di diffusione Xylella"

Prosegue il contagio di alberi. Meglio lasciar perdere il tradizionale scambio di ramoscelli. E dal Salento l'epidemia rischia di di raggiungere anche il resto dell'Europa

Domenica delle Palme senza l'ulivo "C'è il rischio di diffusione Xylella"

Prima settimana Santa senza i tradizionali ramoscelli di ulivo nella domenica delle Palme. Si deve rinunciare all'usanza per evitare la diffusione della terribile epidemia che sta facendo strage di piante secolari e che dal Salento, in Puglia, potrebbe estendersi a tutta Europa. Questo è solo uno degli effetti marginali della lotta alla diffusione del terribile patogeno, la "Xylella fastidiosa", che sta colpendo gli ulivi, poichè la schiusa delle uova della sputacchina, insetto vettore colpevole della diffusione della malattia, inizierà proprio nei giorni che precedono la Pasqua e ciò renderà molto pericoloso scambiarsi i rametti d'ulivo, simbolo della pace nel mondo.

Il patogeno non costituisce un problema per gli uomini, ovviamente, ma il rischio è altissimo per il paesaggio e per l'economia salentina: la Xylella ha messo in ginocchio un'importante componente del Made in Italy, dalla produzione agricola al turismo, tanto che la stessa Regione Puglia ha emanato le misure obbligatorie per la lotta al patogeno che prevedono, tra l'altro interventi di potatura per eliminare parti sintomatiche infette, con la distruzione del materiale di potatura (bruciatura o uso biomassa previo disseccamento nella zona infetta o interramento) e l'aratura dei terreni: metodi necessari per fermare la propagazione del contagio.

In gioco ci sono gli11 milioni di ulivi salentini. Poco più di un milione quelli già contagiati in provincia di Lecce, a cui si aggiungono almeno 4mila alberi in provincia di Brindisi. Il focolaio comparso a Oria ha già colpito 40 ettari di uliveto. Un focolaio pericolosissimo perché posto al confine con la provincia di Taranto. Lo sconfinamento nella terza provincia pugliese del piccolo sicario responsabile della morìa degli alberi renderebbe ancora più indifendibile la posizione dell’Italia, che ha già ricevuto il cartellino giallo dall’Unione europea. Bruxelles infatti chiede un intervento immediato: il rischio sta diventando troppo alto.

Gli insetti ancora giovani di sputacchina risultano stanziali, sono soliti vivere sulle erbacce presenti ai piedi degli ulivi. Buone pratiche colturali adeguate, interventi periodici, tesi all'arieggiamento delle piante e miglioramento dello stato vegetativo, possono ridurre in maniera imponente tali vettori, senza alcun impatto ambientale. "Inizia una battaglia contro il tempo per difendere le storiche piante millenarie e salvare un bene dell'intera Umanità" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "è necessario garantire l'impegno delle istituzioni, gli interventi necessari e le risorse adeguate per salvare un bene pubblico che tutto il mondo ci invidia". Attraverso l'hashtag #savemonumentalolives su twitter la Coldiretti ha lanciato una petizione popolare per coinvolgere la società civile nell'azione di tutela ambientale e del paesaggio e salvare le piante millenarie.

Intanto prosegue anche l'inchiesta avviata dalla Procura di Lecce che ha ipotizzato l'accusa di “diffusione di una malattia delle piante o degli animali” al momento contro ignoti, sulla scorta di una serie di esposti presentati da associazioni ambientaliste che hanno puntato il dito contro alcuni ricercatori e una multinazionale, colosso mondiale della produzione di sementi transgeniche, che si occupa anche della selezione di specie resistenti al batterio riscontrato in Puglia.

Proprio in queste ore gli uomini del nucleo investigativo della forestale e i consulenti tecnici nominati dal pm Elsa Valeria Mignone, titolare delle indagini, stanno consegnando le relazioni sull'attività fin qui svolta.

Si cerca la causa precisa della morìa degli alberi ed eventuali responsabilità dietro la mattanza. Ma ora hanno iniziato ad interessarsi al problema anche in altre zone d'Italia, lontane dal Salento

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