Doppio intervento al cuore. Così Miriam potrà vivere

La piccola è stata salvata a soli sei giorni di vita. Aveva una massa tumorale che le premeva sul cuore

Pxabay
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Sarebbe morta soffocata alla nascita a causa di una massa tumorale che durante la gestazione si era formata sotto lo sterno e che, grande più del doppio del suo cuoricino, premeva sia sul cuore che sulla trachea e i polmoni. Ma grazie a due interventi eccezionali, Miriam (nome di fantasia) è salva e potrà vivere come un bambino qualunque.

Gli interventi sono stati eseguiti all'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Il primo direttamente in utero all'ottavo mese di gravidanza, da Nicola Persico, chirurgo fetale del Policlinco di Milano. L'obiettivo era quello di volto bloccare con la laser terapia i vasi che nutrivano il tumore, per impedirne un'ulteriore crescita. Il secondo, dimostratosi risolutivo, fatto per rimuovere la massa tumorale, è stato eseguito il 3 novembre scorso da Ernesto Leva, responsabile della Chirurgia Pediatrica dell'ospedale milanese, con la collaborazione di Giuseppe Pomè, del Policlinico San Donato, massimo esperto di cardiochirurgia neonatale e pediatrica riconosciuto a livello internazionale.

Proprio Leva racconta: "In 25 anni di esperienza un caso del genere non mi era mai capitato. Questo intervento ha caratteri di eccezionalità sia per la sua rarità, sia per la necessità di istituire un team multi-specialistico per pianificarlo e gestirlo in tutti i suoi aspetti". La piccola Miriam aveva sotto lo sterno un "teratoma a componente mista solida-cisticà", praticamente un tumore benigno. I medici si erano accorti di questa massa quando la piccola si trovava ancora nella pancia della mamma. Infatti, per questo motivo, il chirurgo l'aveva trattata con la laser terapia passando proprio attraverso l'utero, per arrestare la crescita del tumore.

Alla nascita, il 23 ottobre, ginecologi e neonatologi hanno utilizzato la procedura "Exit", ovvero estrarre solo parzialmente il neonato dall'utero durante il parto cesareo per poi intubarlo per garantirne la respirazione sfruttando il suo legame con la placenta e il cordone ombelicale, come fosse una circolazione extracorporea. Dopo di che la bambina è stata portata in terapia intensiva e dopo 6 giorni è stata operata.

Fabio Mosca, direttore della Neonatologia della Clinica Mangiagalli del Policlinico, dove la piccola Miriam è stata ricoverata spiega che: "Garantire a Miriam la possibilità di respirare alla nascita, tramite procedura EXIT, non era cosa scontata perchè la massa sul cuore premeva anche su trachea e polmoni, e comprometteva la sua capacità di respirare in modo autonomo". A Sua volta Pomè commenta: "L'intervento di asportazione della massa tumorale, durato due ore, è da ritenersi riuscito al 100%".

A breve Miriam lascerà

l'ospedale, e potrà finalmente tornare a casa; la aspetta una vita normale, come quella di tutti i bimbi della sua età, e nemmeno il ricordo di quella che, per fortuna, è stata solo una brutta avventura con un lieto fine.

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