Una nuova tragedia torna a riempire di cadaveri le acque del Mar Mediterraneo. Mentre Matteo Renzi e i vertici dell'Unione europea continuano a litigare sui fondi per far fronte all'emergenza immigrazione, due nuovi naufragi al largo delle coste della Libia fanno altri 239 immigrati. L'ennesimo dramma è stato confermato da Carlotta Sami, la portavoce dell'Unhcr, agenzia dell'Onu per i rifugiati, citando due sopravvissuti sbarcati oggi sull'isola di Lampedusa.
Il barcone ha lasciato le coste della Libia intorno alle tre di notte di mercoledì scorso. "L'imbarcazione - spiega Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni dell'Onu - è naugrafata quasi subito". E per la maggior degli immigrati che si trovavano a bordo non c'è stato nulla da fare. A bordo erano presenti anche una ventina di donne e sei bambini. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, la maggior parte dei profughi era già affogata. Dodici corpi sono stati recuperati. Tra quesi ci sono anche tre bambini. Solo ventisette sono sopravvissuti. Altre due donne sono invece scampate al naufragio di un'altra imbarcazione che trasportava circa 130 persone, avvenuto più o meno nello stesso lasso di tempo.
608px;">I morti di queste ultime ore, secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni dell'Onu, portano a 4.220 le morti nel Mar Mediterraneo nel 2016. Un numero impressionante se paragonato alle 3.777 registrate nel 2015.
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