Cronache

Alcolici e droghe tra i banchi: ​"Durante le autogestioni entra di tutto"

Nel liceo romano dove si è sfiorata la tragedia gli studenti denunciano la mancanza di controlli nel corso della settimana di didattica alternativa. Ma il problema degli eccessi durante le autogestioni riguarda anche altre scuole

Alcolici e droghe tra i banchi: ​"Durante le autogestioni entra di tutto"

Stamattina la campanella è suonata regolarmente al liceo Bertrand Russell di Roma. Si torna in classe e apparentemente sembra non sia successo nulla. All’ingresso una folla di studenti con zaini grandi e piccoli, borse di peluche e tracolle, preme per entrare. Ci avviciniamo e iniziamo a distinguere le fisionomie e le espressioni imbronciate. Con una circolare diffusa mercoledì sera la preside, Anna Maria Aglirà, ha annunciato la regolare ripresa delle lezioni. La “settimana di didattica alternativa” iniziata lunedì scorso è andata in fumo dopo che una ragazza di appena quindici anni si è accasciata in cortile. “Ha iniziato a sbavare ed ho subito sentito puzza di alcol”, ci racconta una coetanea all’uscita di scuola. “Per questo ho chiesto ai suoi compagni di classe se avesse bevuto, ma loro ridevano mentre lei era stesa a terra, forse non si rendevano conto della gravità della situazione”, continua la ragazzina. Alla fine uno di loro gli confessa che avevano bevuto vodka, probabilmente in bagno. “L’avrà nascosta nello zaino, oppure l’avranno portata i suoi amici”, ci dice. Nei corridoi si mormora che si sia trattato di una scommessa. Il gioco però poteva finire male visto che la ragazza è stata trasportata in codice rosso all’ospedale San Giovanni. Ora sta meglio. “Ha anche parlato con i suoi compagni di classe”, ci dicono le ragazze.

Al Russell di via Tuscolana il periodo di autogestione, finché è durato, ha accontentato un po’ tutti. I ragazzi si sentono grandi e liberi, i professori allentano con le lezioni e la dirigenza scongiura forme di contestazione più estreme con annessi danni economici e d’immagine. Non era un’occupazione vera e propria ma comunque la routine scolastica si era interrotta. Anche perché le occupazioni sono troppo rischiose e l’epopea sfrenata del liceo Virgilio, degenerata nel caos di un rave party con spaccio di droga e abuso di sostanze alcoliche, ha fatto scuola. Ai genitori viene fatto credere che è tutto sotto controllo. Ma gli studenti confessano che non è proprio così. Quello siglato tra alunni e docenti è un compromesso fragile e, in nome del quieto vivere, le regole rischiano di scivolare in secondo piano. Sul punto Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi e alte professionalità, ha richiamato le scuole alle loro responsabilità e ad una gestione “precisa” e “trasparente”. Sulla carenza di vigilanza sono quasi tutti d’accordo. “Forse dovevano controllare di più perché qui siamo oltre 1.500 ragazzi e possiamo fare di tutto”, spiega una studentessa. “Durante le occupazioni nelle scuole entra di tutto ma anche nelle autogestioni c’è più libertà di fare quel che si vuole”, dice sorridendo un'altra liceale. Compresi hashish e marijuana che nei giorni della didattica alternativa diventano ordinaria amministrazione. “A fumare è il 60 per cento dei ragazzi, qualche volta li beccano ma la maggior parte delle volte lo fanno liberamente”, ci assicura.

Ma quello dell’istituto intitolato al matematico e filosofo gallese non è un caso isolato. Nel vicino liceo Augusto l’autogestione è iniziata da lunedì e già ne sono successe di tutti i colori. “Due ragazzi sono stati beccati mentre consumavano un rapporto sessuale in bagno”, dice una studentessa che frequenta il quarto ginnasio nella scuola. Ad organizzare le autogestioni spesso sono i collettivi di sinistra, una minoranza organizzata attorno a cui ruota “gente più grande”. In gergo si chiamano “esterni”. “In teoria non potrebbero entrare ma in pratica lo fanno, è gente più grande che va già all’università”, racconta. “La droga gira ma a spacciarla sono gli stessi alunni che la acquistano fuori e la rivendono all’interno dell’istituto a prezzi più bassi per guadagnarci qualcosa”, denuncia la ragazzina.

“Da noi un episodio tragico come quello del Russell non si è ancora verificato, ma continuando di questo passo non mi stupirei se una cosa del genere succedesse di nuovo”.

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