Il vescovo contro gli sgomberi dei campi nomadi: "Non demonizzate i rom"

La sua lettera arriva dopo la richiesta fatta da alcuni cittadini sul superamento dei Campi nomadi e sul degrado di alcune discariche a Torino

Il vescovo contro gli sgomberi dei campi nomadi: "Non demonizzate i rom"

Non giustificare la situazione dei campi rom ma nemmeno "demonizzare in modo assoluto e totale" tutti i Rom. È quanto scrive l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia in una lettera inviata ai Comitati. La sua lettera arriva dopo la richiesta fatta da alcuni cittadini di presentare una proposta di deliberazione di iniziativa popolare sul superamento dei Campi nomadi nell'area Stura del capoluogo piemontese ed il degrado delle discariche abusive.

"Vi posso assicurare - scrive Nosiglia - che non mancano nei campi rom famiglie che vorrebbero vivere in modo civile e dignitoso, ma ne sono impedite da un ambiente dove dominano i violenti, in un clima che favorisce l'assenza di regole e l'illegalità".

"Mi ha sempre colpito - prosegue Nosiglia - il fatto che la maggior parte della popolazione dei campi è costituita da minori e da giovani: sono loro a subire, prima e più degli altri, le conseguenze del degrado ambientale e civile del territorio. E il degrado delle discariche abusive è provocato non solo dagli abitanti dei campi, ma anche da altre persone e famiglie italiane, che abitano magari in località lontane ma che usano questi terreni pagando a chi gestisce questo commercio abusivo, a scapito degli stessi abitanti dei campi".

In particolare, sullo sgombero "che io chiamerei spostamento", occorre per Nosiglia , "come si sta facendo per i rifugiati del Moi, accogliere il parere positivo degli abitanti e offrire loro un'alternativa dignitosa".

Per l'arcivescovo di Torino "il punto di partenza non deve essere di condanna assoluta dei rom, visti come una popolazione da rifiutare in ogni modo e allontanare, senza averli ascoltati e averne riconosciuto anche i diritti propri di ogni persone".

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