Tra eccellenza e abbandono, così Napoli dà il benvenuto ai turisti

Le due facce della stazione di Napoli e della piazza che vi sta di fronte, metafora perfetta della città: da una parte l’eccellenza e l'ordine, dall’altra lo stato di abbandono e il caos

Tra eccellenza e abbandono, così Napoli dà il benvenuto ai turisti

Il caos e l’ordine possono a volte convivere spalla a spalla, senza alcuna sfumatura nel mezzo. Questa è l’impressione che si ha quando si esce dalla stazione Garibaldi di Napoli. Chi non è cresciuto qui potrebbe finire nel “mondo caotico” o in quello “ordinato” senza davvero sapere il perché. La scelta è piuttosto casuale e dipende da quale uscita della stazione si prende. Potrebbe sembrare un gioco divertente se non fosse che ci si può rimettere il portafoglio.

Le due facce della stazione di Napoli e della piazza che vi sta di fronte, sono davvero impressionanti e sono una metafora perfetta della città. Da una parte l’eccellenza e dall’altra lo stato di abbandono, a volte poetico nella sua decadenza, ma certo degradato.

Chi imboccare la via del “mondo ordinato”, sul lato sinistro della piazza, si trova di fronte alla stupenda stazione della metro 1 di Garibaldi, progettata dall'architetto Dominique Perrault. Scendere le sue avveniristiche scale, verso il ventre di Napoli, è un’esperienza che piace a turisti e napoletani. Nei corridoi della stazione ci si imbatte anche in opere di Michelangelo Pistoletto. Lo spazio commerciale, creato sotto l’avveniristica copertura d’acciaio e pannelli in teflon forato, è vivo e sicuro e la gente vi passeggia con piacere. C’è anche una comoda galleria sotterranea che lo collega direttamente alla stazione ferroviaria. Certo forse a ben guardare è quasi un mondo noioso nella sua perfezione, un po’ troppo globalizzato, standardizzato e pieno di brand globali.

Le persone più curiose tendono a uscire nel mondo del “caos”, sul lato destro, qui ci sono i caffè e le pasticcerie storiche della piazza. Qui imperversano parcheggiatori abusivi, a volte piuttosto aggressivi, venditori di calzini e bancarelle. La piazza è piena di cantieri, come quello per il parcheggio che sta costruendo Grandi Stazioni. Un girone a volte dantesco e anche divertente per chi ama l’avventura, ma in cui bisogna passeggiare tenendo sempre occhi ben aperti. I commercianti della zona raccontano disperati che in mezzo alla folla si nascondono borseggiatori che, approfittandosi della calca, stringono le persone per portargli via portafogli, cellulari o macchine fotografiche che puntualmente si possono comprare nei dintorni. Tutto questo, sostengono in molti, è il segreto di Pulcinella. Tutti aspettano con pazienza che i lavori finiscano sul lato destro della piazza, nella speranza che anche questa venga messa in sicurezza.

La gente corre, chi ama l’avventura e il caos tipico della città mediterranea decide di uscire sul lato destro della piazza, chi sogna la Svizzera, prende il passaggio sotterraneo sul lato sinistro che collega alla metro e alla galleria di negozi.

I turisti e chi viene da fuori invece giocano con la sorte, che deciderà se il loro primo impatto con la città sarà caotico e mediterraneo o svizzero e metodico. Miracolo di una piazza che esprime tutte le contraddizioni di una città estremamente complessa.

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