Esami facili a Messina, così la 'ndrangheta comandava l'università

L'organizzazione influenzava le prove di ammissione alla facoltà a numero chiuso e agli esami

Esami facili a Messina, così la 'ndrangheta comandava l'università

"Se tu ti vuoi prendere gli esami senza fare un cazzo e senza problemi, allora bisogna andare praticamente a minacciare... non c’è niente da fare è così... è questo il sistema... quello si caca di sotto è tutto la il discorso... bisogna andare a minacciare... bisogna andare a minacciare e saperlo fare... perché se no, sei fottuto". Un'altra ombra oscura l'Università di Messina. Dopo il servizio delle Iene sulla parentopoli, i concorsi truccati e i raccomandati, ecco la Dia scoprire una vera e propria compravendita di esami e titoli di laurea nell’ateneo di Messina da anni al centro di scandali e inchieste della magistratura.

Esami facili, insomma. "E poi c’è il metodo Caratozzolo... Caratozzolo và.. dice: 'Questo è un amico.... vediamo che possiamo fare... parapì, parapù". Nei dialoghi intercettati della Dia, Domenico Montagnese spiega chiaramente il "sistema" che veniva portato avanti all'ateneo di Messina. Le indagini, dirette dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto procuratore Liliana Todaro della Dda di Messina, sono cominciate nel luglio 2012 in vista degli esami di ammissione alle varie facoltà previsti per il successivo settembre. Indagini che hanno consentito di individuare un’organizzazione criminale all’ombra della ’ndrangheta: al vertice vi era Domenico Montagnese. Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e pedinamenti, appostamenti e riprese filmate, la Dia ha infatti documentato in diretta incontri e pagamenti. Il sistema di "favori e intercessioni" emerso dalle indagini andava dal diffuso malcostume della raccomandazione all’efficace e grave interferenza sulle commissioni d’esame tanto da alterare risultati dei test di accesso alle Facoltà a numero chiuso e condizionare pesantemente alcune commissioni esaminatrici per le abilitazioni professionali come quelle per la professione di dottore commercialista. "Il consistente e variegato tessuto relazionale nel quale l’organizzazione criminale ha potuto progettare i propri ambiti di operatività - dicono gli investigatori - è connotato da autorevoli nomi di docenti, che il sodalizio ha ritenuto a disposizione per attuare una vera e propria modalità". Dall'avvicinamento dei docenti alla corruzione anche attraverso piccole regalie in grado di "ammorbidire" l’atteggiamento dei professori più esigenti ma comunque sensibili alla "premura", dalle minacce alle intimidazione l'organizzazione criminale riusciva, ogni volta, a garantirsi il risultato finale, ovvero il superamento dell’esame. "Qualora le condizioni, i rapporti con il docente o la scarsa preparazione del candidato, non consentivano a procedere attraverso un più cauto 'avvicinamento' - chiariscono gli inquirenti - passavano a un’azione decisa e risolutoria".

Dietro compenso economico, Domenico Montagnese e Marcello Caratozzolo offrivano a vario titolo il loro interessamento per il superamento degli ostacoli ad esami ed abilitazioni. Ma non solo. In periodo elettorale, anche l’impegno a far ottenere idoneità scolastiche senza problemi vale la promessa di un voto. Il gruppo carpiva, infatti, il controllo sul territorio attraverso il consenso da parte dei giovani studenti alla ricerca dei risultati sperati. In tale cornice si inserisce il reciproco scambio di favori tra sodali, culminato nel sostegno politico offerto dall’organizzazione criminale a Dino Galati Rando, ex consigliere provinciale di Messina, in occasione della sua candidatura alle scorse elezioni regionali, attraverso un sistema in cui sono state barattate preferenze elettorali con idoneità scolastiche garantite attraverso le scuole private già riconducibili allo stesso Galati Rando e ai suoi congiunti.

"L’organizzazione criminale - spiega la Dia tesseva efficaci relazioni e rapporti d’affari con i docenti nonché con personale amministrativo, con lo scopo di influenzare, dietro pagamento di somme di danaro, l’andamento di esami universitari per interferire sullo svolgimento delle prove preselettive di accesso a Facoltà a numero chiuso, per far conseguire l’abilitazione alle libere professioni, senza che sia mai stata persa di vista e manifestata, con prepotente arroganza, l’origine calabrese dell’indagato Montagnese che ha imposto i propri metodi di intimidazione ed influenza per consentire alla clientela 'protetta' richiedente il favore di cui di volta in volta aveva bisogno in cambio di denaro".

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