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Suicidio con la polvere: c'è la prima giovane vittima

Suicidio attraverso un conservante raffinato via polvere. Ecco la prima vittima. Ximena Knol, una giovane olandese di diciannove anni, si è uccisa così

Suicidio con la polvere: c'è la prima giovane vittima

Ximena Knol, una giovane olandese di diciannove anni, è morta attraverso la somministrazione di una polvere letale. La ragazza, che era stata vittima di una violenza sessuale, era depressa, ma veniva seguita da uno specialista e poteva contare sull'affetto dei suoi cari.

La polverina in questione, secondo quanto riportato da Avvenire, sarebbe quella pubblicizzata da "Laatste wil", (Clw), che in italiano può essere tradotto come la "Cooperativa ultima volontà". E pare che la ragazza in questione avesse già richiesto, in passato, di essere sottoposta ad una procedura di eutanasia, ma che il medico si fosse rifiutato di praticarla.

Ordinare una conservante su internet finalizzato al suicidio, però, sembrerebbe essere un'operazione più semplice. E questa è stata, con ogni probabilità, la modalità tramite la quale Ximena Knol ha scelto di suicidarsi. Come si legge qui, la ragazza avrebbe ordinato la sostanza dicendo di averne bisogno per un compito scolastico. Nel cuore della notte, poi, avrebbe inviato un messaggio alla sua psicologa comunicandole di aver preso qualcosa di "rapido e indolore".

I genitori, adesso, avrebbero inviato a tutti i partiti politici d'Olanda il manifesto funebre nella speranza che il governo intervenga per mettere fuori legge la sostanza in questione: "La nostra Ximena, affettuosa, socievole, sempre disposta ad aiutare tutti, poteva essere salvata", hanno sottolineato.

Il premier olandese Rutte ha dichiarato che si occuperà in modo serio del caso. Il conservante, prima dell'utilizzo, viene raffinato attraverso una polvere bianca. Il risultato di questa raffinazione può essere sciolto all'interno di un semplice bicchiere d'acqua. Il tempo che intercorre dalla somministrazione della polvere alla morte corriponde a venti minuti.

"Gli ordini del prodotto - ha scritto il quotidiano della Cei - però non possono essere inferiori a 9 tonnellate, data la sua vera finalità, mentre per suicidarsi ne bastano 2 grammi. Clw ha pertanto consigliato ai suoi soci (passati dai 3mila del 2013 ai 22mila di oggi) di fare un unico acquisto da dividersi fra di loro, mettendo a disposizione una cassaforte dove conservare le dosi non utilizzate. Da mesi va avanti – invano – la protesta dei cittadini, per impedire l’orrore".

Dopo il caso di Ximena Knol, alcuni fornitori hanno deciso di sospendere le vendite destinte ai privati. Aperta un'inchiesta sulla responsabilità diretta dell'associazione citata.

Ma secondo quanto si legge qui, la cooperativa Clw avrebbe negato l'esistenza di una connessione con il suicidio della giovane olandese. Non sembra chiaro, insomma, dove e come Ximena Knol abbia acquistato il conservante che l'ha portata alla morte.

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