Fabio Fazio, le ombre sui costi: 'Ecco tutte le sue bufale'

Ecco tutti i dubbi sui costi e il compenso per il programma di Fabio Fazio, Che tempo che fa, dal 24 settembre in onda su Rai1

Fabio Fazio, le ombre sui costi: 'Ecco tutte le sue bufale'

Fabio Fazio lo ha ripetuto a tutti i venti e in diverse interviste sui giornali. "Che tempo che fa", il programma da quest'anno su Rai1 in prima serata, non sarà un costo per la Rai, ma - a detta del conduttore - le spese (ingenti) verranno coperte con le entrate pubblicitarie. Fazio aveva spiegato che il suo compenso sarà di di "2 milioni e 240 mila euro l’anno per quattro anni. Il totale fa 8 milioni 960.000 euro". Non poco, visto che ogni puntata costerà a mamma Rai la modica cifra di 450mila euro.

Il compenso di Fazio

Eppure secondo La Verità i dati diffusi da Fazio non sono tutti veritieri. O almeno in parte sarebbero delle bufale. Andiamo a vedere partendo dal compenso. Allo stipendio dichiarato dal conduttore, infatti, bisognerebbe aggiungere anche i diritti, qualche extra e così arriverebbe a 3 milioni e 250.000 euro. Inoltre, spiega ora Michele Anzaldi, battagliero deputato del Pd e segretario della Commissione di vigilanza Rai, "alla cifra che dichiara Fazio vanno aggiunte altre voci. Innanzitutto i diritti per il format della trasmissione: 704.000 euro a stagione". E Fazio è socio al 50% della società che produce il programma "L'Officina", potrebbe incassare anche gli utili di produzione. Non solo. Poi bisogna sommare i diritti Siae, categoria dialoghi introduttivi, che potrebbe fruttare al gruppo degli autori (Fabio Fazio, Claudia Carusi, Arnaldo Greco e Veronica Oliva) qualcosa come 380mila euro. Al almeno è questo quello che avrebbero incassato l'anno scorso (e quest'anno con la trasformazione del programma in varietà la cifra potrebbe raggiungere ilo milione di euro). "Se si sommano tutte queste voci - fa i conti Anzaldi - ricavate da ritagli di giornale e indiscrezioni senza che ci sia stata alcuna operazione trasparenza di azienda e conduttore, si arriva alla ragguardevole cifra annua di 3,25 milioni di euro, senza contare gli utili de L’Officina". Senza contare le "tre clausole segrete che coprono d'oro Fazio", come rivelte da Paolo Bracalini sul Giornale.

I costi di Che tempo che fa

Guardiamo ora i costi che dovrà sostenere la Rai. Laura Rio sul Giornale spiegava "il costo totale della produzione esterna di Che tempo che fa (32 puntate domenicali in prime time più altre 32 al lunedì in seconda serata) si aggira sui 73 milioni di euro per quattro anni, una cifra mostruosa a leggerla così nel suo totale. Nello specifico il costo annuale è di circa 18 milioni, di cui 2,2 vanno a Fazio come cachet personale e i restanti alla società che realizza il programma, che si chiama «OFFicina» e che appartiene a Fazio medesimo (al 50 per cento) e alla società Magnolia". Non molti credono quindi alle parole del conduttore, che aveva assicurato un costo di 450mila euro a puntata che si ripagheranno "pressocché" con la pubblicità. Inoltre ci si chiede: in quei 450mila euro sono compresi anche i costi di struttura della Rai, dagli impianti al personale amministrativo?

Quanto farà giadagnare?

I dubbi riguardano anche i ricavi. Il dg della Rai Orfeo aveva assicurato che ogni puntata del prime time domenicale avrebbe incassato come ricavi pubblicitari 615mila euro. Quindi superiori ai costi di puntata. Secondo Francesco Siliato, analista del settore media e partner dello Studio Frasi, i conti però non tornano: "Molti conduttori immaginano di valere per quanta pubblicità riesca a raccogliere il programma che conducono - riporta la Verità - Non è così, non è ignorando i costi industriali, i costi fissi e di struttura che si possa stabilire il valore economico di una trasmissione". Senza contare i vincoli di affollamento: per ogni pubblicità mandata in onda per Fazio, la Rai dovrà ridurre gli spot in altri programmi. Questo porterà vantaggi o svantaggi? Secondo la Verità, viste le regole per viale Mazzini (massimo 432 secondi di pubblicità all’ora, con una media settimanale di 144 secondi l’ora per tutte e tre le reti messe insieme), a conti fatti "per andare in pareggio, quindi, la raccolta di Fazio dovrebbe coprire almeno i costi di 12 ore di trasmissione" sulle altre reti. Sottraendo le sue tre ore di programma, se la concessionaria cercherà di massimizzare gli introiti in quella fascia per rientrare nell'obiettivo dei 650mila euro, allora Fazio dovrà essere in grado di pareggiare gli introiti per altre 9 ore di programmazione. Obiettivo difficile: se non ci riesce, allora la Rai ci perde.

Non solo. Fazio nell'intervista al Corriere si diceva certo di poter mantenere un livello di ascolti discreto, ma ha già messo le mani avanti: "Anche con uno o due punti in meno di share il risparmio è notevole..", diceva sicuro (Rai1 in media fa il 18%).

Il problema, scrive la Verità, è che se non raggiungerà quel target allora la Rai dovrà rimborzare gli inserzionisti. Se si considera che anno scorso la media di ascoltatori per minuto sulla prima rete era di 4,8 milioni di spettatori mentre Fazio su Rai3 è arrivato al massimo a 3 milioni e 338.000.

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