Si chiameranno medici-sentinella e avranno il compito di monitorare e assistere i lavoratori di aziende, negozi e imprese, nella "fase 2" dell'emergenza causata dal nuovo coronavirus. Sarebbero queste le figure dedicate alla gestione dello stato di salute dei lavoratori. A riferirlo è il Messaggero, secondo cui non saranno i medici di base ad avere questo compito, ma operatori appositi.
Il rischio a cui si potrebbe andare incontro nella "fase 2", infatti, è che non si riconosca in tempo un caso di Covid-19, che potrebbe così contagiare gli altri dipendenti della ditta o del negozio, portando a una nuova chiusura. Da questa misura, che potrebbe essere introdotta, sarebbero escluse le grandi aziende, che hanno già un sanitario tra il personale. I medici-sentinella avranno il compito di intervenire in caso di sintomi sospetti. Il 14 marzo scorso, le parti sociali avevano firmato un Protocollo, contenente le linee guida per ricominciare a lavorare in sicurezza, seguendo le regole anti-contagio. Nel documento, tra i vari punti, veniva specificato anche il ruolo del medico competente, che deve segnalare "all’azienda situazioni di particolare fragilità e patologie attuali o pregresse dei dipendenti".
Ma anche i medici di base hanno chiesto al ministro della Salute, Roberto Speranza, la possibilità di essere parte attiva nella gestione della "fase 2", per occuparsi del monitoraggio dei pazienti a casa. La proposta è della Federazione nazionale dei medici di famiglia (Fimmg), che dovrebbe inviare al ministro una proposta relativa ai malati che vengono curati a casa. Secondo quanto riporta SkyTg24, uno dei punti del documento potrebbe prevedere la possibilità di richiedere antivirali e idrossiclorochina alle farmacie ospedaliere. Inoltre, i medici vorrebbero poter "indicare i controlli alle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Usca)" e di usare un'app, simile a quella operativa in Israele, che "con un video-selfie fornisce in tempo reale al medico la saturazione, la frequenza cardiaca e respiratoria del paziente a casa". "Ma è evidente la necessità di un Piano nazionale - ha spiegato il segretario nazionale della Federazione, Silvestro Scotti - non possiamo affrontare un'epidemia con iniziative locali".
Intanto, si attendono regole più chiare anche in merito all'allentamento delle misure di contenimento per i cittadini.
Una delle ipotesi sul tavolo è quella di una ripartenza scaglionata, per fasce d'età. In questo caso, potrebbe essere messa un'attenzione in più per gli anziani over 70 e per i giovani fino al 18 anni. Ma si tratta, per il momento, solamente di ipotesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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