Cronache

A Fausto Biloslavo il Vessillo della Libera Provincia dell’Istria

Al reporter Fausto Biloslavo il Vessillo della Libera Provincia dell’Istria, il più alto riconoscimento dell’Unione degli Istriani

A Fausto Biloslavo il Vessillo della Libera Provincia dell’Istria

Il giornalista di guerra e scrittore Fausto Biloslavo ha ricevuto il Vessillo della Libera Provincia dell’Istria, il più alto riconoscimento dell’Unione degli Istriani. La premiazione si è svolta presso la sede di Palazzo Tonello a Trieste (qui il video in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’Unione degli Istriani).

Un riconoscimento speciale

Il Vessillo della libera provincia dell’Istria è un premio che l'Unione degli istriani assegna, dal 2011, a coloro che si sono segnalati nel difendere e raccontare l'identità italiana in Istria e Dalmazia. L’ultimo anno, recuperato in ritardo a causa della pandemia di Covid-19, il riconoscimento dell'Unione è stato assegnato a Fausto Biloslavo, che da oltre trent'anni racconta il dramma degli esuli.

Il governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, è intervenuto in collegamento telefonico per congratularsi con Fausto Biloslavo. "Premiamo una delle eccellenze del Friuli Venezia Giulia, un'eccellenza dell'informazione vera. Un'informazione che è un servizio ai cittadini. Voglio complimentarmi con Fausto Biloslavo non solo per il premio ricevuto, ma anche per i suoi anni di lavoro e per quanto ha fatto per il nostro Paese e non solo", ha affermato.

Tenere vivo il ricordo

Oltre che a causa della sua storia familiare, Biloslavo ha sempre raccontato il dramma istriano anche per il desiderio di continuare a ricercare una verità nascosta a lungo, a cominciare dai libri di scuola. La memoria, infatti, è un testimone che va passato alle nuove generazioni ed è per questo che i giovani non devono dimenticare. Biloslavo è stato e continua a essere uno dei pochi a documentare attraverso centinaia di resoconti e dossier pubblicati sui giornali e periodici nazionali le scomode verità legate alle tremende vicende dell’esodo giuliano dalmata.

"Per me è un grandissimo piacere e onore essere qui. Sono figlio di un esule che ha dovuto lasciare le sue terre al centro dell'Istria alla fine del secondo conflitto mondiale. Mio nonno, che non aveva mai fatto male a una mosca, è stato portato via e non sappiamo dove sia stato infoibato. Il racconto di come sia stato prelevato lo devo a mia madre. Nonostante all'epoca fosse una bambina, si ricorda ancora oggi la pistola che le avevano puntato in faccia per allontanarla. Queste e tante altre verità sono state infoibate per troppo tempo", ha spiegato Biloslavo dopo aver ricevuto l'onoreficenza.

"Di questo vessillo mi fa piacere un termine: "libera". Ho scelto di fare questa avventurosa e difficile professione per una scelta di libertà. Ho scelto questa libertà anche nella sua parte più scomoda. Ho portato avanti questo mio modo di vivere contro il pensiero unico dominante per tutta la mia carriera. Negli anni '80 e '90 andavo contro corrente cercando di accendere i riflettori sopra la tragedia delle foibe e dell'esodo. Oggi è facile parlarne, ma in quegli anni non era facile andare in Istria a fare ricerca", ha aggiunto Biloslavo.

Biloslavo ha quindi raccontato la storia di Zhara Gol Popal (qui l'articolo completo scritto da Fausto Biloslavo e Matteo Carnieletto), soldatessa dell’Afghanistan, rappresentante di genere dell’esercito afghano ad Herat, che da anni collaborava con le truppe italiane. Zhara, dopo la salita al potere dei talebani, era ricercata in tutto il suo Paese. Per questo è stata costretta a fuggire dalla sua terra. "Zhara è una esule come tutti gli esuli italiano che hanno lasciato la propria terra al termine della Seconda Guerra Mondiale", ha spiegato Biloslavo. "Vorrei dedicare questo riconoscimento a chi non c'è più, a tutti gli esuli e a tutti gli infoibati.

A mio padre, esule, mio nonno, infoibato, ad Almerigo Grilz e a tutti i giornalisti caduti sul fronte dell'informazione", ha infine concluso Biloslavo.

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