Urne aperte oggi e domani per i referendum. Nordio: "Non andrò a votare, è un diritto"

La consultazione sui cinque quesiti. Ma il quorum è difficile

Urne aperte oggi e domani per i referendum. Nordio: "Non andrò a votare, è un diritto"
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Due giorni di voto, cinque quesiti, una battaglia politica sul filo del quorum. Si aprono oggi le urne per i referendum su lavoro e cittadinanza. Si voterà a partire da oggi alle sette e fino alle 23, poi domani dalle sette alle 15. Cinque le schede che saranno consegnate a ogni elettore. La prima, verde, è sul quesito che chiede l'abrogazione del Jobs Act. La seconda, arancione, è sull'addio al limite all'indennità per i licenziamenti nelle piccole imprese. Quindi la terza, scheda grigia, con la proposta di reintrodurre l'obbligo di causale per i contratti di lavoro inferiori a dodici mesi. Al centro del quarto quesito, scheda rossa, l'ampliamento della responsabilità di un'impresa che commissiona un appalto, includendo rischi specifici relativi agli incidenti sul lavoro. E poi la cittadinanza, scheda gialla, in cui si propone di «dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne». Ed è proprio sulla partecipazione che si gioca la contesa politica, con il centrosinistra che in varie declinazioni è per il Sì ai quesiti e il centrodestra che punta al mancato raggiungimento del quorum. Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio: «Non andrò a votare. È un diritto costituzionale che non esprime un disinteresse verso l'istituzione, ma, al contrario, esprime una intenzione politica molto netta».

Ad accendere gli ultimi fuochi della campagna sono stati anche i leader di Pd, M5s e Alleanza Verdi e Sinistra. Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, alla fine della manifestazione pro-Gaza, hanno lanciato un appello alla partecipazione, che ha provocato la reazione da parte della maggioranza. «Andate a votare», hanno detto i quattro leader sul palco della manifestazione, allestito a Piazza San Giovanni, a Roma. Per Fratelli d'Italia risponde il capogruppo al Senato Lucio Malan. «Come avevamo ampiamente sospettato, la manifestazione della sinistra su Gaza era uno strumento per fare campagna sui referendum nel giorno di pausa di riflessione», dice Malan. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, denuncia «la vergognosa violazione del silenzio elettorale da parte dei leader della sinistra». Ed è polemica sull'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, che in corteo ha sfoggiato un cappellino con l'invito a votare sì ai referendum. «Bersani che si fa intervistare al corteo per Gaza agghindato col cappello che invita a votare Sì ai referendum di domani, è una schifezza morale e legale. Morale perché si strumentalizza il dramma palestinese, di cui evidentemente a Bersani, Conte, Schlein e Fratoianni interessa ben poco.

Legale perché oggi è giorno di silenzio elettorale», commenta Procaccini. Risponde Bersani. «Sono un cittadino semplice. C'era il sole, mi hanno allungato un cappellino e l'ho preso - replica l'ex leader dem - se veniva Procaccini e mi dava un Borsalino, mettevo quello...».

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