Cronache

Figlia 13enne venduta come sposa per 15mila euro: serbo in manette a Firenze

La piccola venduta come sposa a un altro serbo che vive in Francia. I punti dell'accordo: la ragazza doveva mantenersi vergine, dimagrire e imparare a pulire casa

Figlia 13enne venduta come sposa per 15mila euro: serbo in manette a Firenze

Non solo l'aveva ridotta in schiavitù. Ma la aveva anche venduta come sposa a un connazionale per 15mila euro. Al termine delle indagini, avviate nell'agosto dello scorso anno dopo la segnalazione di un centro antiviolenza fiorentino, allertato a sua volta da una telefonata proveniente dalla Sicilia che indicava una situazione di pericolo per una minore residente a Firenze, in zona Piagge, della quale si conosceva soltanto il nome, la squadra mobile ha arrestato un 49enne serbo.

Dopo una lunga e attenta indagine, scattata in seguito alle segnalazioni, i poliziotti sono riusciti a individuare l'appartamento dove era segregata la piccola. "Il padre della bambina ha esercitato per anni poteri corrispondenti al diritto di proprietà - spiegano gli inquirenti - fin dall'età di 13 anni, è stata promessa in sposa a un connazionale residente, con la propria famiglia, in Francia". L'accordo, raggiunto con il padre del ragazzo circa quattro anni fa, prevedeva che la minorenne sarebbe dovuta andare in sposa al giovane in cambio del pagamento di 15mila euro.

Dalle indagini è emerso che dieci mesi dopo l'accordo, la famiglia del futuro sposo è tornata in Italia per suggellare il fidanzamento e in quell'occasione sono stati versati, quale anticipo, 4.000 euro e si è convenuto che la ragazza avrebbe dovuto essere portata in Francia entro settembre 2017. Fino ad allora, avrebbe dovuto mantenere la verginità, dimagrire per ritrovare la forma del primo incontro ed imparare a svolgere le faccende domestiche, pena la restituzione della somma versata. Per questo la minorenne è stata segregata in casa dai genitori, potendo uscire solo poche volte al mese per fare la spesa, sempre in compagnia di un componente maschile del nucleo familiare e senza denaro e scheda telefonica.

Nonostante le restrizioni che le erano state imposte dal padre, la giovane è riuscita a lanciare un grido d'aiuto usando un gioco per smartphone.

Sulla chat, a cui accedeva usando una connessione wi-fi, aveva infatti conosciuto un coetaneo a cui, dopo essere entrata in confidenza, aveva confidato il proprio dramma.

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