Cronache

Il "fronte dell'odio" si allarga: "Dobbiamo cacciare la Lega..."

Dopo i Carc, a imbrattare i muri sono i "Nuovi" comunisti che chiamano alla lotta tutti i kompagni

Il "fronte dell'odio" si allarga: "Dobbiamo cacciare la Lega..."

Il fronte rosso dell’odio si allarga. Non solo i Carc, adesso pure i kompagni del Nuovo Partito Comunista Italiano mettono nel mirino la Lega e il Carroccio. Lo scenario per “attaccare” è sempre lo stesso: lungo il naviglio della Martesana a Milano. Questa volta le scritte sono due. La prima è contro il presidente della Regione Fontana: “Confindustria comanda, Fontana esegue”. La seconda invece riguarda più da vicino il Carroccio: “Cacciare la Lega, costruire un nuovo potere”. Il tutto firmato con falce e martello e la sigla (N) Pci. La Martesana in poche settimane sta diventando un Naviglio rosso dove scorre l’odio e il sentimento di rivolta dei nipotini di Stalin. Ma a preoccupare di più sono anche gli annunci e i comunicati che vengono diffusi in rete da questi gruppo che incitano alla rivolta contro le istituzioni. Sul sito del Nuovo Partito comunista italiano infatti è apparso un lunghissimo “proclama” che ha due obiettivi. Il primo è quello di saldare una sorta di alleanza con il Carc. La difesa della scritta “Fontana assassino” apparsa qualche giorno fa è totale: “Il contenuto del murale è giusto: Fontana è un assassino, al pari di Gallera e degli altri loro soci e complici, mandati a massacrare le masse popolari lombarde da Confindustria e da Carlo Bonomi”.

Un delirio senza freni. Il secondo obiettivo invece è quello di allargare sempre di più l’area rossa che si nutre di odio chiamando alla “lotta” anche gli altri kopmpagni che finora non si sono “sporcati le mani” con accuse infamanti in pieno stile Carc. Il messaggio del (N)Poi è molto chiaro: “Il compito è quello di cacciare lo stragista Fontana instaurando un'amministrazione locale di emergenza non è solo compito dei comunisti del P. CARC. Chiamiamo a mettersi su questa strada tutti coloro che si dichiarano comunisti: chiamiamo a farlo i comunisti del Partito Comunista Italiano, del Partito Comunista guidato da Marco Rizzo, del PRC e degli altri partiti che si dichiarano comunisti”. Parole di fuoco che accendono ancora di più la tensione in una Regione stremata dai colpi del Covid e che a fatica (seppur lentamente) prova a ripartire a testa alta. In soli sette giorni l’escalation rossa contro Fontana e contro il Carroccio ha prodotto due muri imbrattati e una serie di volantini che “zittivano” le voci critiche: “15mila morti e ancora parlate?”.

Tutti gesti, slogan e accuse che sono finiti già sotto la lente della magistratura che di fatto ha avviato una indagine su quanto accaduto. I reati ipotizzati nell’inchiesta sono quelli di diffamazione e minacce. Il pm milanese Alberto Nobili sta lavorando in questa direzione grazie all’attività di indagine della Digos. Il clima che si sta creando attorno a Fontana e alla Regione Lombardia sta preoccupando e non poco gli organi investigativi. La “solidarietà” mostrata dal nuovo Pci ai “colleghi” del Carc è un campanello d’allarme da non sottovalutare. La scelta di scrivere quelle frasi su un muro lungo la Martesana è un messaggio preciso per chi ha fatto da apripista in questa corsa a gettar fango su Fontana: “Non siete soli, ci siamo anche noi”. E tutto ciò viene ribadito alla fine del comunicato apparso sul sito dei “rossi”: “Il (nuovo) Partito Comunista Italiano sostiene la lotta per cacciare la giunta Leghista di Attilio Fontana e Giulio Gallera, per costruire un'Amministrazione Locale di Emergenza”.

Insomma il fronte dei kompagni si compatta per “cacciare” una Giunta e una amministrazione democraticamente eletta. Ma forse la parola democrazia i kompagni non hanno mai saputo cosa sia…

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