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Genova non è più rossa, presto una via per Quattrocchi

Sembrerebbe vicina all’epilogo la vexata quaestio che ha sempre visto la sinistra genovese opporsi alla trasformazione di un “mercenario” in un “eroe nazionale”. I consiglieri di Fratelli d'Italia-An annunciano: “Alla ripresa dei lavori del Consiglio comunale, sarà presentata e discussa una mozione per l’intitolazione di una strada a Fabrizio Quattrocchi”

Genova non è più rossa, presto una via per Quattrocchi

Quella via non si doveva fare. Perché Fabrizio Quattrocchi “era morto in Iraq non tenendo in mano una cazzuola”. Così il Comune di Genova, a suo tempo, aveva liquidato la proposta avanzata da Alleanza Nazionale, prima, e da Fratelli d’Italia, poi, di intitolare una via al body guard italiano rapito ed assassinato, in Iraq, da un gruppo di predoni islamisti.

A distanza di tredici anni dalla morte di Quattrocchi che, nato a Catania, visse a Genova fino a quando non partì per il Medio Oriente, il centrodestra ci riprova. Approfittando dei nuovi equilibri politici delineati dalle amministrative 2017 che, dopo tante legislature di segno opposto, hanno visto trionfare un sindaco, Marco Bucci, espressione della coalizione azzurra.

“Siamo soddisfatti e orgogliosi che il nostro presidente Giorgia Meloni abbia ufficialmente richiesto l’intitolazione di una strada a Genova in memoria di Fabrizio Quattrocchi, rapito e ucciso in Iraq e insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile per premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore”. Ad annunciarlo sono il capogruppo comunale di FdI-AN Alberto Campanella ed i consiglieri Sergio Gambino e Valeriano Vacalebre. I tre rappresentanti hanno poi scandito la road map: “Alla ripresa dei lavori del Consiglio comunale, sarà presentata e discussa una mozione per l’intitolazione di una strada a Fabrizio Quattrocchi”.

Sembrerebbe quindi vicina all’epilogo la vexata quaestio che ha sempre visto la sinistra genovese opporsi a quello che interpretò come un modo per trasformare un “mercenario” in una “vittima del terrorismo” se non, addirittura, in un “eroe nazionale”. “Il Comune di Genova - aveva commentato la leader di FdI-AN dopo aver incassato, nel 2015, l’ennesimo diniego - ha negato l’intitolazione di una via a Fabrizio Quattrocchi, perché noi in Italia le strade le intitoliamo agli amici degli infoibatori come Togliatti”.

Ma i tempi sono cambiati, ed il progetto mai abbandonato di una via per Quattrocchi viene così rilanciato. “Il valore, il coraggio e il patriottismo del nostro concittadino – hanno ricordato Campanella, Gambino e Vacalebre – sono testimoniati dalla dichiarazione, in punto di morte, davanti ai propri aguzzini: ‘Vi faccio vedere come muore un italiano’. Parole semplici, ma così profonde da scuotere le coscienze di tutto il mondo e segnare i cuori di un’intera nazione. Quattrocchi è un eroe italiano e pertanto al primo Consiglio comunale chiederemo di discutere l’intitolazione della via. Fabrizio se lo merita”.

Il filmato che documenta gli ultimi istanti di vita dell’agente di sicurezza privata, spedito all’emittente qatariota Al Jazeera e arrivato solo nel gennaio del 2006 al TG1, non è mai stato diffuso integralmente “per rispetto della sensibilità della famiglia e dei telespettatori”. Tuttavia, dalle colonne del suo blog, l’ex inviato Rai Pino Scaccia, dopo averle visionate, racconterà così quelle immagini: “Fabrizio Quattrocchi è inginocchiato, le mani legate, incappucciato. Dice con voce ferma: ‘Posso toglierla?’ riferito alla kefiah. Qualcuno gli risponde ‘no’. E allora egli tenta di togliersi la benda e pronuncia: ‘Adesso vi faccio vedere come muore un italiano’. Passano secondi e gli sparano da dietro con la pistola. Tre colpi. Due vanno a segno, nella schiena. Quattrocchi cade testa in giù. Lo rigirano, gli tolgono la kefiah, mostrano il volto alla telecamera, poi lo buttano dentro una fossa già preparata.

‘È nemico di Dio, è nemico di Allah’, concludono in coro i sequestratori”.

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