Cronache

Gioco legale, appello al Governo: "Riaprire le attività, sale chiuse da 300 giorni"

Le associazioni aderenti a Confcommercio, Confesercenti e Confindustria: "Serve una data certa, noi pronti a ripartire in sicurezza ma nella bozza del DL il nostro settore è escluso"

Gioco legale, appello al Governo: "Riaprire le attività, sale chiuse da 300 giorni"

“Sconcerto e infinita preoccupazione per l’assenza di indicazioni sulle riaperture del gioco legale nella bozza di DL Covid”, con queste parole le quattro organizzazioni che riuniscono le componenti industriali, produttive, del commercio, di servizi e la rete degli esercenti del Gioco Legale lanciano di nuovo un appello al governo sollecitando la riaperture anche di queste attività. A sottoscrivere l’appello sono Acadi-Associazione concessionari dei Giochi Pubblici aderente a Confcommercio, Sistema Gioco Italia e As.Tro Assotrattenimento aderenti a Confindustria, Fiegl- Federazione Italiana Esercenti Gioco Legale aderente a Confesercenti.

La situazione economica delle aziende del settore, che finora non hanno goduto di alcun ristoro, è infatti drammatica: 12.000 punti vendita chiusi, tutto l’indotto completamente fermo, oltre 60.000 lavoratori realmente a rischio su un totale di oltre 150.000.

“Il Governo, anche alla luce della drammatica situazione economica del Paese, ha deciso di riaprire nelle prossime settimane praticamente tutte le attività economiche, compresi cinema, teatri, palestre – affermano i vertici delle organizzazioni di Confindustria, Confcommercio e Confesercenti - ma nelle bozze del DL, ancora una volta non troviamo alcun cenno circa la riapertura delle sale da gioco che, ricordiamo, sono chiuse da 300 giorni”.

“Siamo stupefatti che il settore del gioco rimanga praticamente l’unico escluso dalle previsioni di riapertura – proseguono le associazioni - nonostante l’impegno a una riapertura in sicurezza e sostenibile. Confidiamo che nel testo definitivo del DL il Governo possa indicare una data certa di riapertura, coerentemente con quanto è accaduto per tutti gli altri settori economici”.

Il settore, a garanzia della messa in sicurezza di tutta la filiera - dipendenti, clienti e fornitori - si evidenzia - si è dotato Protocolli di sicurezza sanitaria estremamente rigidi, condivisi con le organizzazioni sindacali e trasmessi ufficialmente ai Ministeri di competenza, per riaprire in sicurezza, con misure di prevenzione e contenimento del virus ancor più restrittive rispetto a quelle previste dai Dpcm e dalle Linee Guida emanate dalla Conferenza delle Regioni.

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