Gramellini fa la morale sul ladro ucciso a Ivrea. Pioggia di critiche sul web

Gramellini: "Nel mondo che vorrei, le vittime non sparano. Chiamano i carabinieri". Ma il web si schiera col tabaccaio di Pavone Canavese

Gramellini fa la morale sul ladro ucciso a Ivrea. Pioggia di critiche sul web

Il caso del tabaccaio di Pavone Canavese terrà ancora banco. Inutile negarlo. Potrebbe essere il primo caso in cui i giudici si troveranno ad applicare la nuova legge sulla legittima difesa. O, almeno, è la prima volta in cui l'Italia, gli inquirenti e gli avvocati saranno costretti a discutere sull'ipotesi di "grave turbamento" prevista dalla nuova disciplina. L'autopsia sul corpo del bandito moldavo ucciso ha cambiato le carte in tavola. Se in un primo momento si pensava che Franco Iachi Bonvin avesse avuto una colluttazione con il Ion Stavila prima di sparare, il medico legale Roberto Testi ha certificato che il colpo è probabilmente partito dall'alto (il balcone di casa) e ha colpito la vittima alle spalle. Ieri i cittadini e i commercianti del paese in provincia di Ivrea sono comunque scesi in piazza per urlare la loro solidarietà al tabaccacio indagato per eccesso di legittima difesa. Una scelta che ha lasciato interdetti Massimo Gramellini, che nel suio Caffé di oggi sul Corriere della Sera ha criticato quei "fan del tabaccaio" che cui "interessa poco sapere se in pericolo c'era la sua vita o soltanto la sua cassa". "Per loro - sentenzia il giornalista - la difesa della proprietà privata giustifica comunque una reazione". Certo, Gramellini non li considera "biechi reazionari" o "bimbetti spaventati", ma afferma che "un Paese dove tutti hanno la pistola in tasca è un luogo maledettamente insicuro". E nel mondo che vorrebbe il giornalista, "le vittime non sparano. Chiamano i carabinieri".

L'articolo di Gramellini, condiviso dal Corsera su Facebook, ha provocato la reazione degli utenti. In molti hanno manifestato la loro solidarietà a Bonvin. "Tutta la vita con il tabaccaio", dice Pietro. "Gramellini - scrive Luigino - nel mondo che vorrei, i criminali non entrano in casa d'altri, vanno a lavorare". E ancora: "Esatto, bravo Gramellini - dice ironico Alfredo - Nel mondo che vorrei le vittime non sparano, chiamano i Carabinieri, questi arrestano i ladri e nessun giudice li libera dopo due ore. Ma sappiamo tutti che purtroppo non funziona così, e chi ha subito due, tre, quattro furti e si ritrova i ladri che gli ridono in faccia il giorno dopo, a un certo momento non ce la fa più. E spara, anche alla schiena". È della stessa idea anche Silvia: "Nel mondo che vorrei, per un povero cristiano non dovrebbe venire derubato 7 volte senza vedere assicurati alla giustizia i ladri né venire in alcun modo risarcito! Quanta retorica, sempre a senso unico".

E ancora: "Se il moldavo fosse rimasto a casa sua con o senza turbamento sarebbe ancora vivo". Perché, secondo Gabri, sono "tutti bravi a dire non sparate. Però ne avessi sentito uno dire: 'Non andate a rubare'".

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