"Ho sonno, datemi la coperta". Quelle richieste di Battisti dopo l'arresto

Il terrorista dei Pac dopo l'arrivo in caserma ha chiesto un divano per dormire. Poi le lacrime davanti agli agenti

"Ho sonno, datemi la coperta". Quelle richieste di Battisti dopo l'arresto

La fuga di Cesare Battisti è finita. Il terrorista dei Pac adesso è su un volo dei servizi italiani che lo sta riportando in Italia dopo la cattura in Bolivia per le vie di Santa Cruz. L'urlo del poliziotto resterà a lungo nella testa di Battisti: "Cesare fermati!". Poi, senza opporre resistenza, il terrorista capisce che la fine della sua fuga è arrivata. In tasca, al momento dell'arresto, Battisti ha solo qualche spicciolo, l'equivalente di tre euro. Appena arriva in caserma fa una richiesta precisa: "Ho sonno, avete una coperta?".

Si stende su un divano nella sala comune dei poliziotti dove vedono le partite e pranzano caricando i cellulari. Come riporta il Corriere di fatto Battisti si riposa dopo una latitanza durata anni. La polizia era sulle sue tracce da Natale e dopo qualche avvistamento è arrivato il momento del blitz. Tra i dettagli che l'hanno tradito c'è anche quella sua assidua frequentazione delle pizzerie. Consumava prima della cattura pranzi e cene a base di pizza in diversi locali di Santa Cruz. Da lì sono inziate le ricerche senza sosta degli agenti. L'altro tallone d'Achille del latitante è stato l'alcol. Fiumi di birra bevuti nell'attesa di un'altra fuga per evitare la cattura. Fondamentalmente Battisti era solo. Non aveva guardie del corpo o qualcuno armato pronto a difenderlo.

Battisti ha capito in pochi istanti che nessuno avrebbe tentato gesti eclatanti o avrebbe impugnato le armi per farlo uscire dalla caserma della polizia. Gli agenti lo hanno visto piangere. Le ultime lacrime di un delinquente che ha da troppo tempo un conto in sospeso con la giustizia italiana.

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