I Mondiali in Russia e la strage dei cani randagi

Le strade delle 11 città che ospitano la Coppa del Mondo sono state "ripulite" da oltre 2 milioni di cani randagi, eliminati con cerbottane e cibo avvelenato. La denuncia di un'associazione: un euro di ricompensa per ogni animale ucciso

I Mondiali in Russia e la strage dei cani randagi

In Russia, nelle ore a cavallo dell'inaugurazione della Coppa del Mondo di calcio, tutto è perfetto. Gli stadi sono pronti per ospitare le partite, si respira un clima di festa e le strade delle 11 città che ospiteranno i Mondiali sono pulite. Forse fin troppo. Da qualche settimana, la gente lamenta la scomparsa dei cani randagi. Secondo l'associazione animalista Open Cages, ce n'erano 2 milioni, solo a Mosca uno ogni 300 abitanti. Ma oggi sono spariti nel nulla, quasi tutti morti, inghiottiti dalle fauci dell'organizzazione.

Cibo avvelenato, cerbottane, canili trasformati in campi di concentramento per animali. Ogni mezzo è stato buono per cancellare ogni traccia dei cani randagi con cui i russi sono sempre stati abituati a convivere. Si racconta che a Mosca, nella metropolitana, i cani avessero imparato a salire e scendere dai treni con una naturalezza invidiabile. Scene a cui non si assiste più da tempo, precisamente da quando la macchina organizzativa del Mondiale si è messa in moto, eliminando ogni possibile fattore di disturbo.

Che la Russia abbia sempre avuto a che fare con i cani randagi, è cosa nota. 17 milioni di cani (in Italia sono appena 7), di cui 4 milioni senza padrone - circa il 25 per cento - e 2 milioni sparsi nelle 11 città sede dei Mondiali di calcio. Troppi secondo il governo russo, che dal gennaio 2018 avrebbe organizzato, secondo quanto riferisce il Daily Mail, delle squadre della morte: accalappiacani senza scrupoli incaricati di catturare gli animali e condurli dentro a canili temporanei allo scopo di sterilizzarli.

Ekaterina Dmitrieva, direttrice della City Animal Protection Foundation, ha svelato che il governo russo avrebbe speso 1,6 milioni di euro per portare avanti questo progetto. Ma per Open Cages, associazione internazionale che si batte per i diritti degli animali, il governo russo sarebbe andato ben oltre. Come riporta anche Rolling Stone, le principali strade russe sono state ripulite dai randagi spargendo del cibo avvelenato. In altri casi, invece, si è fatto ricorso a vere e proprie squadre della morte.

Tiratori scelti, dotati di cerbottane con dardi avvelenati, che cacciano uno dopo l'altro i randagi da eliminare e spesso li lasciano in strada morenti. Il corrispettivo per ogni cane eliminato? Circa 1,3 euro a testa. Una ricompensa sporca del sangue di animali innocenti.

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