Le occupazioni, a Roma, non sono certo una novità. Ma stavolta è diverso. Sì perché un’occupazione del genere, nella Capitale, non si era davvero mai vista. Ad animare il blitz, infatti, non sono stati né migranti, né centri sociali, bensì un gruppo di arzilli nonnini. Tutti ex frequentatori del centro anziani di Tomba di Nerone, in via Cassia 726, che da oltre vent’anni ha chiuso i battenti.
Al suo posto è comparsa una tensostruttura, provvisoria, messa lì in attesa che il centro venisse spostato in via San Felice Circeo. Eppure, a distanza di 4 lustri, il trasferimento è rimasto un miraggio e, nel frattempo, i frequentatori del centro sono stati scacciati persino dal tendone. Ad averglielo sottratto, un mese fa, era stata l’amministrazione municipale.
Enrico Ingami, uno dei “nonni squatter”, ripercorre così l’intera vicenda dalle colonne di Repubblica: “I primi di giugno, senza neanche una notifica, il Municipio XV ha deciso di chiudere il centro a causa di alcune inidoneità nelle condizioni della tensostruttura”. Per scongiurare il peggio gli anziani del centro hanno deciso di correre ai ripari, facendosi carico dell’installazione dell’impianto elettrico e di quello dell’aria condizionata. Il Municipio, però, ha dichiarato le migliorie non autorizzate e lasciato i suoi nonni al di là del cancello. Questo finché, loro, non hanno deciso di espugnarlo per riappropriarsi della struttura. Non a caso, il loro motto è: “Gli anziani si riprendono il centro”.
Settantatré in tutto le persone che hanno aderito all’iniziativa e che in queste ore si stanno organizzando con dei turni per presidiare l’occupazione. Non se ne andranno di lì fino a quando l’amministrazione non si piegherà alle loro richieste. Nulla di impossibile, solo di poter ricominciare a vivere quel luogo che rappresenta un antidoto alla solitudine.
Eloquente il filmato pubblicato sulla pagina Facebook “Sei della Cassia se…” che mostra il momento in cui gli anziani rientrano finalmente nel centro. Una di loro afferma: “Circolo mio, quanto mi sei mancato”.
Per molti anziani, infatti, la chiusura di quel luogo ha rappresentato una vera e propria e tragedia. “Adesso – aveva dichiarato a RomaToday Giuseppe Betulia, presidente del centro – i 278 iscritti la mattina e il pomeriggio non sanno dove andare, sono costretti a passeggiare sulla Cassia”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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