Cronache

Imponeva velo e corano con le botte: arrestato kosovaro a Siena

Quarto caso in sole due settimane. Minorenni pestate perché non indossano il velo. La Lega: "Non possiamo regalare la cittadinanza a chi non vuole integrarsi"

Imponeva velo e corano con le botte: arrestato kosovaro a Siena

Pestava a sangue la figlia perché non indossava il velo islamico. Gliele dava così forte da spedirla in ospedale. Poi, quando tornava a casa, le imponeva di leggere il Corano. La furia di un kosovaro di 38 anni, residente nella provincia di Siena, è stata fermata soltanto quando le compagne di classe della minore hanno sporto denuncia e i poliziotti della mobile, diretti dal Commissario Capo Enzo Tarquini, hanno fatto scattare ai suoi polsi le manette dando esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa a suo carico dal gip presso il tribunale di Siena, per il reato di maltrattamenti a danno di minori conviventi.

In appena due settimane si segnalano quattro gravi casi di ragazzine minorenni picchiate, vessate e umiliate dalle rispettive famiglie solo perché vivevano alla occidentale, come tutte le altre ragazze italiane. Si rifiutavano di indossare il velo islamico. L'ultimo caso arriva oggi da Siena dove un kosovaro picchiava la figlia per la sua ribellione a indossare il velo. Esattamente la stessa situazione verificatasi nelle settimane scorse a Bologna e Pavia, con due 14enni, una bengalese rasata a zero e l'altra, una marocchina, picchiata a cinghiate, solo perché volevano vestirsi all'occidentale. Senza, poi, contare il caso ancora più grave della scorsa settimana a Torino dove una 15enne egiziana ha tentato il suicidio perché la famiglia voleva darla in sposa a un uomo che neppure conosceva. "Chi, come la presidente Boldrini, anche oggi invoca l'urgenza di una legge per regalare la cittadinanza italiana a centinaia di migliaia di immigrati - tuona il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli - dovrebbe aprire una seria riflessione sul fallimento del loro modello di integrazione, un modello basato sullo su diritti senza doveri, un modello che sta fallendo per un'integrazione non voluta da parte soprattutto delle famiglie di fede islamica".

Nei giorni scorsi la giovane di Siena era stata ricoverata al pronto soccorso dell'ospedale "Le Scotte". Aveva evidenti segni di violenza su tutto il corpo. Non riusciva nemmeno a camminare. Sono state le compagne di scuola e le professoresse a chiamare i soccorsi che hanno poi segnalato le violenze alla polizia. Dagli accertamenti svolti dalla polizia è emerso che la minore viveva "in un contesto familiare isolato ed estraneo alle normali condizioni di socialità, non poteva intrattenere alcun rapporto con i coetanei e doveva seguire le rigide imposizioni del padre, che ha aderito ai precetti più radicali della religione islamica". Al suo rifiuto di sottostare a quanto disposto dal padre, che le imponeva tra l'altro il velo, la lettura del corano e l'apprendimento della lingua araba, veniva picchiata.

"Non si può svendere la cittadinanza per favorire un'integrazione che non c'è e che molto spesso gli immigrati rifiutano - tuona ancora Calderoli - prima di pretendere un diritto come la cittadinanza tocca agli immigrati dimostrare di essersi integrati con il nostro modo di vivere".

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