Islamici italiani aprono sede al confine per interscambio con fratelli francesi

La nuova sede di rappresentanza del Coreis è stata aperta in via Roma, nel centro della città di confine. Obiettivo: l'interscambio religioso sia con la Chiesa cattolica che con la comunità islamica francese

Islamici italiani aprono sede al confine per interscambio con fratelli francesi

Cresce la comunità religiosa islamica al confine italo francese di Ventimiglia, in provincia di Imperia, a tal punto che la Coreis Liguria ha deciso di aprire una sede di rappresentanza in città. Obiettivo: l’interscambio religioso con la Chiesa cattolica, ma anche e soprattutto con il vicino Institut Islamique francese e i tanti migranti in transito alla frontiera.

"Dopo una presenza di oltre vent'anni negli spazi di Corso Garibaldi a Sanremo - ha detto, stamani, Abu Bakr Moretta, responsabile Coreis per la Liguria, all’inaugurazione - la sede della Coreis per la Liguria si rinnova a Ventimiglia, dove già da diverso tempo svolge attività di dialogo interreligioso e intra-religioso, rappresentanza istituzionale e di coesione sociale per l'integrazione degli immigrati”.

E aggiunge: “Questi nuovi spazi saranno l'occasione per continuare, con sempre maggiore qualità, sulla scia delle proficue attività e collaborazioni di questi ultimi anni, offrendo al contempo un nuovo polo di incontro e conoscenza cittadino”. Sui rapporti con il centro di accoglienza migranti del Campo Roya, Moretta dichiara: “C’è già una collaborazione in atto con cene di beneficienza e preghiere rituali. Continueremo su questa strada anche con le comunità islamiche locali”.

Alla cerimonia era presente anche il vescovo diocesano, Antonio Suetta, che nel testimoniare la necessità di una collaborazione tra la Chiesa cattolica e quella islamica, sottolinea: “Soprattutto qui a Ventimiglia, ma in generale in diocesi, come ormai un po' diffusamente in tutto il mondo, sono importanti questi contatti, fatti soprattutto di dialogo, di amicizia e anche di condivisione di tanti percorsi, sopratutto percorsi di pace e di formazione alla coscienza religiosa nel mondo”.

Prosegue Suetta: Credo che questo sia lo scopo più importante oltre a quello di una

buona convivenza, ma direi che su questo ci siamo. E' importante tenere vivo il riferimento alla religione e alla fede. Poi chiaramente i cammini sono diversi, le dottrine sono diverse, ma siamo uniti nel riferimento a Dio”.

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