Cronache

Con Renzi torna a salire la pressione fiscale. E pure il debito pubblico

2014 da incubo per l'occupazione, ma a gennaio la disoccupazione scende. Il Pil scende del -0,4%

Con Renzi torna a salire la pressione fiscale. E pure il debito pubblico

Sono aumentate le tasse, che stanno spremendo gli italiani, assieme all'indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e il debito italiano. A dirlo è l'Istat che in mattinata ha diffuso i dati relativi al 2014, un anno drammatico per l'economia italiana, anche per quanto riguarda la disoccupazione, che ha raggiunto il ivello del 1977. Per non parlare dei giovani tra i 15 e i 24 anni, soprattutto le ragazze del Mezzogiorno: 6 su 10 nello scorso anno sono rimaste a casa. Un timido miglioramento dell'occupazione è stato registrato a gennaio del 2015, ma a fronte di un aumento dell'inattività dei ragazzi.

Aumenta la pressione fiscale, l'indebitamento delle Amministrazioni pubbliche, e il debito italiano

Nel 2014 la pressione fiscale ha raggiunto il 43,5% del Pil, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al 2013 (43,4%). Nel 2012 si era toccato lo stesso livello del 43,5%. Peggiora anche l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil. Nel 2014 è stato pari al -3% a fronte del -2,9% del 2013. E il debito italiano è salito dal 128,5% del 2013 al 132,1% del Pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche. Le previsioni del governo nella Nota di aggiornamento Def indicavano nel quadro programmatico un rapporto del 131,6%.

Record di disoccupazione nel 2014

Nel 2014 il tasso di disoccupazione ha toccato il record dal 1977 al 12,7%, dopo il 12,1% del 2013. I dati peggiori riguardano i giovani. Per quelli tra i 15 e i 24 anni, nello scorso anno, è cresciuta di 2,6 punti percentuali, arrivando al 42,7%, con un picco del 58,5% per le giovani donne del Mezzogiorno. Infatti quasi sei ragazze su 10 delSud sono rimaste a casa.

Migliora la situazione nel 2015

Un miglioramento è stato registrato a sorpresa nel gennaio 2015. Il tasso scende al 12,6% a gennaio, in netto miglioramento rispetto al 20\4, l'occupazione è tornata allivello di dodici mesi prima. Per il primo mese del 2015 si può parlare di un andamento inatteso. Nel dettaglio gli occupati sono 22 milioni 320 mila, sostanzialmente invariati rispetto a dicembre (+11 mila) ma in aumento dello 0,6% su base annua (+131 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, aumenta di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,3 punti rispetto a dodici mesi prima. Di contro, il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 221 mila, diminuisce dello 0,6% rispetto al mese precedente (-21 mila) mentre aumenta dello 0,2% su base annua (+7 mila). Positivo anche il fatto che il numero diinattivi sia in calo dello 0,1% mensile e dell'1,3% rispetto a dodici mesi.

Aumenta l'inattività dei giovani

Quanto ai giovani, le forze lavoro tra 15 e 24 anni segnalano un lieve calo congiunturale, a fronte di un leggero aumento dell'inattività (+7mila mensili, +47mila su base annua). Gli occupati 15-24enni sono 906 mila, in diminuzione dello 0,6% rispetto al mese precedente (-5 mila) e dell'1,4% su base annua (-13 mila). Il tasso di disoccupazione giovanile cala di 0,1 punti al 41,2% (ai minimi da 17 mesi) e l'incidenza di giovani senza lavoro sul totale della popolazione di riferimento è superiore al 10,7%.

Il quarto trimestre del 2014

L'Istat ha anche diffuso i dati del quarto trimestre 2014, nel quale è proseguito il recupero dell'occupazione con 156mila persone in più al lavoro rispetto allo stesso periodo 2013. Di contro, però, la disoccupazione è risultata in crescita perché più persone hanno cercato lavoro: "Nel quarto trimestre 2014 il numero delle persone in cerca di occupazione, pari a 3 milioni 420 mila, continua a crescere a ritmi sostenuti (+6,5%, pari a 208.000 unità). L'aumento coinvolge soprattutto le donne (+144.000 unità in confronto a +64.000 gli uomini) ed è più elevato nel Centro e nel Mezzogiorno", dice l'Istituto. Nel periodo, il tasso di disoccupazione (in crescita dal terzo trimestre del 2011) si è portato al 13,3%. "L'incremento della disoccupazione su base annua riguarda principalmente gli italiani (+193.000 unità), cui si accompagna un aumento molto contenuto per gli stranieri (+15.000 unità) e dovuto esclusivamente alla componente femminile".

In aumento anche la pressione fiscale, l'indebitamento delle Amministrazioni pubbliche, e il debito italiano

Nel 2014 la pressione fiscale ha raggiunto il 43,5% del Pil, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al 2013 (43,4%). Nel 2012 si era toccato lo stesso livello del 43,5%. Peggiora anche l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil. Nel 2014 è stato pari al -3% a fronte del -2,9% del 2013. E il debito italiano è salito dal 128,5% del 2013 al 132,1% del Pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche.

Le previsioni del governo nella Nota di aggiornamento Def indicavano nel quadro programmatico un rapporto del 131,6%.

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