L'albergatore leghista e l'hotel "burqa friendly"

L'imprenditore alberghiero di Noventa di Piave: "Dobbiamo essere aperti a tutti"

L'albergatore leghista e l'hotel "burqa friendly"

"L’albergo è una struttura aperta non discrimina nessuno. Da noi arrivano turisti di tutto il mondo, su prenotazione di agenzie internazionali, non mi sognerei mai e poi mai di discriminare i miei ospiti per motivi legati all’etnia, al sesso o alla religione". Maurizio Trevisiol, imprenditore alberghiero di Noventa di Piave, va fiero del suo hotel cvhe è già stato ribattezzato dai media locali "burqa friendly".

Nonostante lui sia un esponente locale della Lega, la scorsa settimana Trevisiol ha ospitato senza problemi una comitiva di giovani provienienti dall’Arabia Saudita. Le giovani donne erano coperte interamente dal burqa. "Qui si tratta di scindere nettamente tra l’attività di imprenditore e quella che è la passione politica - sottolinea l'albergatore - come imprenditore, con un’attività ormai trentennale alle spalle, non ho nessuna intenzione di fare discriminazioni, nonostante gli insulti e le offese che mi sono state rivolte". Per Trevisiol le giovani con il burqa erano "turiste e ospiti come tutti gli altri: educate, gentili, cortesi".

"Anche quando alla reception hanno presentato il passaporto, non avevo nessuna autorità, e non ci ho pensato nemmeno, a chiedere che si scoprissero il volto", racconta imprenditore alberghiero di Noventa di Piave secondo cui questo compito spetta, in determinati casi, solo alle autorità di pubblica sicurezza.

"Per me - ripete Trevisiol - possiamo essere critici sul piano personale, non condividere certe usanze - conclude - ma, sul piano professionale, non c’è stato alcun problema e non ci sarà in futuro in casi analoghi".

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