Sette attivisti dei centri sociali di Imperia sono comparsi, stamani, davanti al giudice monocratico Marta Bossi del tribunale di Imperia, all’apertura dell’istruttoria dibattimentale del processo che li vede imputati del lancio di oggetti pericolosi contro il leader della Lega, ed attuale ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
I fatti risalgono al 17 maggio del 2015, quando Salvini, in visita a Imperia a sostegno dei lavoratori del pastificio Agnesi - quest'ultimo in chiusura e con i lavoratori in procinto di essere licenziati - fu oggetto di una dura contestazione da parte degli “antagonisti”.
Nel corso della mattinata sono stati ascoltati i testi dell’accusa: l’assistente capo della polizia, Angelo Fiorello; l’assistente di polizia Gabriele Ciampi e Monica Tondelli, proprietaria del Bar 11 davanti al quale si consumò la protesta. “Abbiamo udito testimonianze contraddittorie - spiega l’avvocato della difesa -. In alcuni casi, tra l’altro, non sapevano neppure legare il fatto specifico alla persona”. Secondo il legale, inoltre, uova ma anche carta igienica non sarebbero da considerarsi oggetti pericolosi.
“Al massimo, il reato contestabile è l'ingiuria, per il quale, comunque, mancherebbe la condizione di procedibilità”, avverte l’avvocato. E poi.
“Dicono che ho tirato qualcosa di luccicante, forse un accendino, ma io non fumo - avverte Florio Noto, uno degli imputati -. Può essere che abbiano visto il mio braccialetto luccicare. Certo che abbiamo inveito, ma sempre a parole”. Il 19 aprile del 2019, l’udienza proseguirà con i testi della difesa e l’esame degli imputati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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