Salgono ancora le accise sulla benzina, stavolta per compensare le mancate entrate del fisco nelle zone terremotate. Da oggi un litro di carburante costa 0,5 centesimi in più. Oltre agli aumenti decisi dalle compagnie petrolifere ovviamente. Così il 22% degli italiani, uno su quattro, ha preferito non andar lontano e ha scelto una meta più vicina a casa, oltre a ridurre i giorni di soggiorno, secondo un'indagine di Coldiretti/Swg.
Come dargli torto? Un pieno di benzina per una automobile di media cilindrata con 50 litri di serbatoio costa quasi cento euro. Minor tempo e costi maggiori per gli spostamenti fanno così preferire le vacanze fuori porta ai lunghi tragitti. Per chi non si è organizzato in tempo e si è lasciato sfuggire offerte su treni e aerei ormai pieni, meglio "microvacanze" alla riscoperta di città d'arte, enogastronomia e cultura piuttosto che lunghi esodi verso il mare, insomma. "L’obiettivo è lo stacco, mentre la destinazione è un optional", sostiene Eurisko, secondo cui si tende a valutare "più l’esperienza che l’unicità del luogo".
Sul fronte politico, intanto, il Pd chiede l'intervento del governo sui continui aumenti da parte delle compagnie petrolifere: "Ciò che sta accadendo nel settore dei carburanti non può restare senza un’iniziativa del governo", ha detto Francesco Boccia, "L’esecutivo convochi le società petrolifere per controllare le condizioni dei prezzi, che stanno penalizzando le famiglie italiane proprio nel
momento delle ferie estive, e per verificare come affrontare il problema. Senza escludere la possibilità di intervenire con una sterilizzazione della maggiore pressione dell’Iva, così come fu realizzato in anni passati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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