Leggi speciali, Cantone e i terroristi

Non è bello sapere che un probabile corrotto in Italia ha meno tutele di un probabile terrorista. È ipocrita, ingiusto e soprattutto pericoloso

Leggi speciali, Cantone e i terroristi

A Parigi uno degli oltre diecimila estremisti islamici attenzionati dalla polizia francese come possibili terroristi è entrato in azione l'altra sera nel cuore della città uccidendo un poliziotto e ferendo altre persone prima di essere abbattuto. Non era stato espulso in quanto cittadino francese ed era a piede libero perché un sospetto, sia pure fondato, non fa scattare l'arresto. Se in Francia fosse in vigore una legge speciale anti-terrorismo, sul modello di quella che l'Italia adottò negli anni Settanta-Ottanta per contenere e sconfiggere la stagione degli «anni di piombo», quell'uomo l'altra sera sarebbe in galera o altrove, comunque non libero di uccidere a piacimento.

In Occidente le «leggi speciali», cioè la sospensione dei diritti per alcune categorie, fanno paura, cozzano col nostro senso del diritto e dell'eguaglianza. È così sicuramente nel caso del terrorismo islamico, non sempre è così se a farne le spese sono i cittadini italiani. In Italia, per esempio, c'è in vigore una «legge speciale» camuffata che non indigna nessuno, anzi semmai al contrario è venerata da tutti. Si chiama «Autorità nazionale anticorruzione», ed è presieduta da Raffaele Cantone, un ex magistrato diventato l'uomo più potente del Paese. Lui ha poteri assoluti su qualsiasi appalto, pubblico o privato, grande o piccolo. L'altro giorno, conscio dell'anomalia, il governo ha deciso di togliergli il più «speciale» e incostituzionale di tutti questi poteri, quello con cui Cantone può annullare al primo sospetto qualsiasi appalto, decapitare e commissariare aziende senza passare dalla via giudiziaria, cioè senza che ci siano un'inchiesta e una sentenza della magistratura. È come se un questore potesse arrestare o espellere un presunto terrorista senza l'autorizzazione di un giudice.

Di fronte alla sollevazione dell'interessato per il maltolto, Gentiloni si è praticamente scusato e ha annunciato l'immediata retromarcia del governo (peccato, eravamo convinti che il potere di fare leggi appartenesse al Parlamento e al governo e non al dottor Cantone, mai eletto ma nominato). Ma al di là di questo, tutto ciò dimostra che di fronte a un'emergenza (eccesso di corruzione) si possono sospendere diritti costituzionali di cittadini italiani (costruttori, imprenditori e fornitori).

E allora perché altrettanto coraggio non viene messo in campo per combattere un'emergenza ben più grave qual è il terrorismo islamico, sospendendo alcuni diritti di immigrati semplicemente sospettati di simpatie con l'Isis senza infilarsi nella farraginosa trafila giudiziaria? Non è bello sapere che un probabile corrotto in Italia ha meno tutele di un probabile terrorista. È ipocrita, ingiusto e soprattutto pericoloso.

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